Pistoletto Mchelangelo
Michelangelo Pistoletto è un artista italiano contemporaneo, noto per il suo ruolo centrale nel movimento dell'arte povera.
Nasce a Biella nel 1933 da padre pittore, un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Torino dove il padre apre uno studio di restauro ed è proprio lì che Pistoletto è stato immerso in un ambiente artistico che ha influenzato la sua futura carriera. Durante la sua adolescenza, studia alla scuola grafica pubblicitaria diretta da Armando Testa di Torino, dove ha affinato le sue competenze artistiche e ha sviluppato il suo linguaggio visivo.
Negli anni '50 del Novecento, Pistoletto inizia a lavorare con la pittura, ma è negli anni '60 che entra pienamente nella scena dell'arte contemporanea. In quel periodo, si associa al movimento dell'arte povera con la sua opera "Venere degli stracci". L'arte povera è un movimento che rifiuta l'arte tradizionale e cercava di rompere le barriere tra arte e vita quotidiana, utilizzando materiali poveri e non convenzionali. Questo approccio radicale alla creazione artistica lo porta a esplorare l'uso di materiali come il metallo, la plastica, la terra e, in modo particolare, gli specchi.
All'interno degli spazi della Galleria Stein di Torino, dall'ottobre del 1975 al settembre 1976, Michelangelo realizza 12 mostre consecutive una al mese, chiamate "Le stanze". Le Stanze, scaturiscono da tre ambienti (tre stanze collegate da tre porte allineate sullo stesso asse), agiscono come una sorta di cannocchiale architettonico, riflettendosi le une nelle altre, nello steso spazio. Nel 1979 Pistoletto dà vita a un'ampia collaborazione creativa che interessa diverse città degli Stati Uniti con una serie di mostre personali e installazioni in musei, gallerie e luoghi pubblici. In questo contesto realizza ad Atlanta la "Creative Collaboration", un’ampia collaborazione creativa estesa a tutta la città in cui, assieme ad artisti con i quali aveva già precedentemente lavorato e i componenti della propria famiglia, coinvolge artisti locali di diverse discipline. La Creative Collaboration è parallelamente anche in Italia, a Bologna e Corniglia dove Pistoletto coordina e prende parte ad una serie di spettacoli per le strade della città insieme a quegli artisti che avevano collaborato con lui ad Atlanta.
Agli inizi degli anni Ottanta Pistoletto espone le sue opere tra New York e Firenze e nel 1985 crea un nuovo ciclo di installazioni, costituite da superfici e volumi in materiale anonimo, dai colori cupi, denominato "Arte dello squallore", esposte alla Galleria Persano di Torino e alla Galleria Pieroni di Roma.
Nel 1991 è Professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Vienna, incarico che manterrà fino al 2000, sviluppando con i suoi allievi un programma innovativo teso ad abbattere le tradizionali barriere tra discipline artistiche, nel frattempo viene inaugurata Citta dell'arte- Fondazione Pistoletto, situata in una manifattura dismessa di Biella acquisita dall’artista nel 1991, all’interno della quale le finalità espresse nel Progetto Arte sono tuttora sviluppate e realizzate.
Negli anni Duemila Michelangelo Pistoletto riceve svariati premi e onorificenze speciali come: la laurea honoris causa in scienze politiche all'Università degli Studi di Torino. Nel 2010 è autore del saggio "Il terzo paradiso", pubblicato in italiano, inglese, francese e tedesco. Nel 2011 è Direttore Artistico di Evento 2011-L'art pour une ré-evolution urbaine a Bordeaux. In questo stesso anno riceve il titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana". Nell'ottobre 2015 nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra, sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, realizza un'opera, intitolata "Rebirth" , costituita da un grande simbolo e formato da 193 pietre, una per ciascun paese membro dell'ONU. Tra il 2018 e il 2020 è particolarmente attivo in vari paesi dell'America Latina, con diverse iniziative, collezioni personali e un’ampia mostra come ospite d’onore alla Biennalsur di Buenos Aires.
Nel 21 febbraio 2025 Michelangelo Pistoletto è stato candidato Premio Nobel per la pace lasciando la seguente dichiarazione «Non lo vedo come un successo personale per ciò che ho fatto finora, ma come impegno per il lavoro futuro. L’arte deve assumere una posizione propulsiva di un cambiamento radicale».