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BOTTI Giuseppe

Giuseppe Botti (al centro) a Praga nel 1933con Jaroslav Cerny (a sinistra)

Piemontese, nasce il 3 novembre del 1889 a Vanzone San Carlo (Novara). Le sue frequentazioni ed i suoi interessi sono proiettati verso la letteratura cristiana delle origini ed infatti, proprio questi interessi furono argomenti della sua tesi di laurea (1913) sostenuta presso l’Università di Torino.
Ben presto, però i suoi interessi furono attratti da ben altri argomenti, in particolare dall’Egittologia, vuoi perché Torino era la sede del Museo Egizio, vuoi perché il Direttore dello stesso, Ernesto Schiapparelli, lo incoraggiò verso tale interesse.
Sotto la sapiente guida dello Schiapparelli si dedicò a tempo pieno allo studio dell’Egitto faraonico approfondendo in particolare il settore filologico. Si specializzò nell’interpretazione della scrittura ieratica a tal punto che lo stesso Schiapparelli gli affidò nel 1920 l’incarico di classificare i papiri ieratici giunti al Museo con l’acquisto formalizzatosi nel 1824 della prima collezione Drovetti.
La sua fervida collaborazione col Museo di Torino si interruppe con la morte dello Schiapparelli; alla guida dello stesso fu chiamato Giulio Farina, già Ispettore presso la sezione egiziana del Museo Archeologico di Firenze. I rapporti col Farina si rivelarono nefasti, tanto che il Botti riuscì a farsi esentare dall’insegnamento ed ottenne l’assegnazione al Museo Archeologico di Firenze da dove potette dedicarsi all’approfondimento anche della scrittura demotica.
Morì a Firenze il 27 dicembre 1968.
Tra le tante sue opere, citiamo quella che senz’altro fu la più impegnativa e famosa, il primo volume del Catalogo Ufficiale del Museo Egizio di Torino, comprendente la pubblicazione di una serie di papiri demotici di età tolemaica.

Autore: Edoardo Rotunno