DONATI Vitaliano
(Padova, 8 settembre 1717 – Oceano Indiano, 26 febbraio 1762).
Uomo ecclettico e di molteplici interessi contribuì non poco alla riscoperta dell’Egitto nella seconda metà del settecento.
Ebbe da Carlo Emanuele III di Savoia (che aveva deciso la creazione di due musei reali, uno di antichità orientali e l’altro di storia naturale) l’incarico di una spedizione in Egitto e nelle Indie.
Giunse ad Alessandria nel luglio del 1759, accompagnato dal pittore Christian Merlin e dal medico naturalista G.B. Ronco. Fornito d’ingenti risorse finanziarie, secondo le disposizioni reali, il Donati da subito iniziò ad acquistare in modo sistematico oggetti d’arte e campioni mineralogici, botanici e zoologici. Essendo il gruppo molto eterogeneo in breve tempo sorsero delle dispute feroci che ebbero come conseguenza lo sfaldamento dello stesso e, il Donati anche a seguito delle gravi delusioni dategli dal Ronco, decise di continuare il suo compito abbandonando il gruppo degli europei.
Assunse alle sue dipendenze come apprendista medico, interprete e guida un autoctono valente, Stefano Aspahan, che, in effetti, lo seguì fedelmente sino alla morte e partecipò alla redazione ed alla conservazione del diario di viaggio.

Statua della dea Iside, inviata a Torino dal Donati nel 1759 e cpnservata al Museo Egizio di Torino
Nel 1760 risalì il Nilo, fece degli scavi a Karnak e vi dissotterrò (per spedire in Italia) molti oggetti preziosi tra cui le due grandi statue che credette essere le immagini di Iside e Osiride (tutt’oggi conservate a Torino e che in realtà esse rappresentano Ramesse II e la dea Sekhmet).
Continuò il suo soggiorno in alto Egitto studiando la petrografia della valle e l’idrografia del Nilo, si spinse sino alla cateratta d’Assuan e ne fece la carta topografica e superandola penetrò in Nubia.
Di ritorno al Cairo il Natale del 1760, ne ripartì subito per il monte Sinai per vedere i monasteri Copti e prendere appunti sulle antiche iscrizioni e sul contenuto delle Biblioteche e delle collezioni di curiosità naturali.
Nel 1761 viaggiò in Palestina e Siria: in settembre giunse per via terra a Damasco donde passò a Basra e di là per via mare a Masquat.
Il 13 febbraio 1762 s’imbarcò su una nave turca per andare dal Golfo Persico alle coste di Malabar, ma si ammalò durante la traversata e morì il 26 febbraio 1762.
Venne seppellito a Mangalore.
Autore: Edoardo Rotunno