D'ANDRADE Alfredo
Alfredo D’Andrade, architetto e ingegnere di origine portoghese, è una delle figure più rilevanti dell’architettura piemontese ed italiana del XIX secolo. Nato a Lisbona il 4 dicembre 1839, D’Andrade è noto per il suo contributo alla conservazione del patrimonio storico, specializzandosi nel restauro e nel recupero architettonico.
Nel 1865, si trasferì a Torino, dove entrò a far parte della Commissione per la Sezione Storia dell’Arte dell’Esposizione Generale Italiana del 1882. Questo incarico lo portò a progettare il Borgo Medievale, una ricostruzione fedele di un villaggio medievale nel Parco del Valentino, costruito per l’Esposizione del 1884. Il Borgo, con edifici ispirati all’architettura del XV secolo, è uno degli esempi più emblematici del suo approccio, includendo la Rocca, che riproduce elementi tipici dei castelli piemontesi e valdostani. Il progetto rifletteva l’interesse di D’Andrade per la preservazione delle tradizioni storiche e culturali, diventando nel tempo una delle principali attrazioni turistiche di Torino.
Alfredo D’Andrade non si limitò alla progettazione del Borgo Medievale, ma si distinse anche per il suo impegno nel restauro di edifici storici.
Tra i suoi progetti di restauro più significativi, si annoverano:
– Il restauro della Sacra di San Michele, uno dei simboli più importanti della storia del Piemonte.
– Il Castello di Fénis, che D’Andrade acquistò nel 1895 e restaurò, trasformandolo in museo, rendendolo una delle testimonianze più significative dell’architettura medievale.
Il suo lavoro di restauro è stato determinante per preservare molti dei capolavori storici della regione, contribuendo così alla conservazione del patrimonio architettonico torinese e piemontese per le generazioni future.
Alfredo D’Andrade morì a Torino il 5 gennaio 1915, all’età di 75 anni. La sua morte segnò la fine di una carriera che aveva profondamente influenzato l’architettura ed il restauro in Italia. Le sue opere continuano ad essere ammirate e studiate, in particolare il Borgo Medievale, che rimane uno dei suoi lavori più duraturi.