ALESSANDRIA. La Sinagoga.
La sinagoga di Alessandria è stata edificata nel periodo post-emancipazione, negli anni 1867-1871, come rifacimento in larga scala di un edificio che anteriormente ospitava una sinagoga al suo ultimo piano.
L’edificio si trova nel centro storico della città, in via Milano, l’antica “contrada degli Ebrei”. Esso sostituì uno più modesto, nascosto fra le case circostanti, come tutte le Sinagoghe prima della Emancipazione. Ad esso si accedeva mediante una porta situata in “strada dei sarti”, oggi via Migliara.
Ritenuto troppo piccolo ed inadeguato al numero dei fedeli, gli Ebrei alessandrini decisero di costruirne uno nuovo, più capiente e che testimoniasse in modo ben visibile la loro presenza e le migliorate condizioni sociali ed economiche.
Il progetto venne realizzato a cura dell’architetto Giovanni Roveda; i lavori terminarono nel 1870.
Glossario:
(1) – Arón (Arón ha-Kodesh) : “Armadio sacro”. È l’armadio posto sulla parete orientale della sinagoga, volta verso Gerusalemme. Vi sono custoditi i rotoli della Torà (3), rivestiti dei loro ornamenti.
(2) – Tevà : “Pulpito”. Tribuna da cui si legge la Torà. La Tevà (anche chiamata Bimà), e l’Arón sono i principali elementi costitutivi della Sinagoga.
(3) – Torà : “Insegnamento, Legge”. Si designa specificamente con questo nome il Pentateuco, o cinque libri di Mosè i primi cinque libri della Bibbia. La tradizione ha chiamato questi libri la Torà scritta, per distinguerla da quella orale che comprende le tradizioni e i commenti applicativi dei Maestri. Con il tempo anche la Torà orale è stata posta per iscritto, soprattutto nella Mishnà (4).
(4) – Mishnà : Opera in sei libri compilata per iscritto in Palestina nella metà del II secolo dell’Era volgare e che comprende le norme essenziali della tradizione orale per quanto riguarda il diritto civile, penale, matrimoniale, le regole del culto sinagogale e del Santuario, ecc. Scritta quasi totalmente in ebraico.
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