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MACRA (CN). Cappella di San Pietro

Punto di forza

Un luogo dove l’arte, la religiosità e la storia si intrecciano, la Cappella di San Pietro è un tesoro nascosto che merita di essere scoperto da chi attraversa la Valle Maira.

Lungo l’antica mulattiera che unisce Villar di Macra alla Borgata Camoglieres, su un piccolo promontorio roccioso che sembra scrutare l’ingresso del paese, sorge la suggestiva Cappella di San Pietro (nella tradizione locale chiamata anche San Peyre di Alma). Situata sulla sinistra orografica della Valle Maira e circondata da vigneti assolati, oggi recuperati, la cappella si erge come un custode silenzioso della storia della valle.

Meta perfetta per una breve passeggiata, la cappella saprà affascinarti con i suoi straordinari affreschi, tra cui la celebre Danza Macabra, che racconta una storia affascinante e inquietante di vita e morte.

La cappella, costruita nel XIII secolo, è caratterizzata da quattro guglie e un campanile a vela di matrice romanica, che svetta sul tetto. All’esterno, sul prospetto principale, è affrescata l’Annunciazione, che copre in parte raffigurazioni più antiche di santi, mentre sulla facciata ovest si intravedono i resti di un grande San Cristoforo. Il portico antistante, un tempo riparo per pellegrini, mercanti e viandanti, fungeva anche da punto di controllo per l’ingresso al paese, specialmente durante i periodi di pestilenze, quando la salute della comunità era particolarmente a rischio.

All’interno, la cappella presenta una ricchezza straordinaria di affreschi. Sulla parete di fondo, in corrispondenza dell’antico altare, un dipinto del Seicento ritrae la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo, con sullo sfondo una veduta ideale del borgo di Macra incastonato tra le montagne. La scena rappresenta un momento simbolico: il piccolo Gesù porge le chiavi a San Pietro, mentre la Vergine indica la spada di San Paolo.

Sulle pareti laterali si trovano altri affreschi di grande valore, tra cui la Danza Macabra che decorava un tempo il registro inferiore. Qui, un pittore tardo-quattrocentesco ha raffigurato scheletri danzanti che trascinano i vivi, rappresentati da sovrani, papi, mercanti e cavalieri, in una danza senza tempo. Ogni scena è accompagnata da un dialogo in occitano antico, creando un affascinante scambio tra i vivi e i morti, come monito sulla fragilità dell’esistenza.

La decorazione della cappella risale probabilmente alla metà del Quattrocento e viene attribuita a Tommaso Biazaci di Busca, come testimonia la sua firma su un affresco datato intorno al 1470. Le quattro vele della volta, ripartite dai costoloni che si incrociano, ospitano i Dottori della Chiesa latina seduti su scranni riccamente decorati, mentre la lunetta di sinistra narra episodi della vita di Cristo, tra cui la Natività e l’Adorazione dei Magi. A destra, invece, si raccontano le Storie di San Martino, un chiaro riferimento alla vocazione agricola della valle, con episodi significativi della vita del Santo.

Sul retro della cappella, tra le bande colorate che separano le varie scene, si nasconde la firma di Biazaci, una testimonianza storica che conferma l’importanza di questa piccola chiesa come centro di devozione e arte nella zona. Infine, la controfacciata conserva i resti di altre scene, tra cui un’Annunciazione e due figure di santi, uno dei quali potrebbe essere un vescovo benedicente, risalenti al periodo delle guerre di religione che segnarono la zona dal 1540 in poi.

In seguito all’intervento di restauro la cappella è stata inserita nel circuito “Chiese a porte aperte” per cui sarà possibile l’apertura automatizzata grazie alla specifica app. Una volta aperta, inizierà la narrazione dell’edificio e dei suoi dipinti in più lingue.

Eventi caratteristici

In prossimità del Natale a Camoglieres vengono allestiti dei caratteristici presepi negli antichi forni della borgata.

Data compilazione scheda: 1 maggio 2025
A cura di GA.PA.
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