BIELLA. Pettinature Rivetti
Le ex Pettinature Rivetti rappresentano un significativo esempio di architettura razionalista.
Furono realizzate dall’architetto Giuseppe Pagano (1896-1945) dal 1939 al 1941, e poi modificate nel 1953.
Le Pettinature sono un significativo esempio di applicazione dei principi dell’architettura razionalista, che le distinguono nettamente dalle altre costruzioni analoghe del periodo: linearità, purezza dei volumi, funzionalità ed efficienza sono elementi peculiari di questa “macchina produttiva”.
L’edificio si compone di due parti: una alta cinque piani, su strada, ed una bassa a shed (un tipo di copertura che consente una notevole illuminazione diurna, usata per capannoni industriali), retrostante.
Nell’edificio pluripiano le parti di servizio ed i collegamenti verticali sono raggruppati in due corpi aggettanti, a torre, posti alle due estremità della facciata principale e ne definiscono l’immagine.
All’interno, pilastri a fungo allineati su due file permettono di ottenere la massima altezza possibile. Le superfici finestrate occupano tutta la luce da un pilastro all’altro e la regolazione della luminosità interna in rapporto alla lavorazione è data dalla diversa altezza delle aperture. Questa attenzione alle condizioni dell’ambiente di lavoro quali l’illuminazione e l’aerazione si ritrova anche nel corpo più basso ed è dimostrata dalla cura nel definire la forma degli shed.
Dopo la chiusura della fabbrica agli inizi degli anni Novanta, l’edificio è stato lasciato al suo destino, abbandonato a se stesso come un gigante silenzioso.
Oggi, quando si arriva in città, quel monolite di cinque piani si staglia ancora all’orizzonte, circondato da un alto muraglione che lo separa dal resto della vita urbana.
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