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BRA, fraz. POLLENZO (CN). Città romana di Pollentia .

Pollenzo – l’anfiteatro

Pollenzo - resti dell'anfiteatro
Pollenzo - schema dell'anfiteatro da Preacco 2004
L'area dell'anfiteatro
Punto di forza

Aveva l’anfiteatro più grande del Piemonte il cui perimetro ancora si può rilevare percorrendolo a piedi.

Forse fondata tra il 179 e il 170 a.C., il nome significa “ricchezza”. Nata come oppidum, cioè città fortificata con funzioni militari, ricevette poi lo stato giuridico di colonia e quindi la trasformazione in municipium (presumibilmente 90-89 a.C.). Tra il I sec. a.C. e il II d.C. ebbe il massimo sviluppo e i maggiori interventi di edilizia e urbanistica. Era un centro strategico nella fertile valle del Tanaro, navigabile sin dall’età preistorica ed era famosa per la produzione di lane nere e  di vasi di ceramica fine.
La città di Pollentia iniziò nel V secolo il proprio declino soprattutto dopo il VII secolo, quando il territorio fu assoggettato alla dominazione longobarda sotto Rotari.

La città romana si estendeva su un’area che in parte fu occupata nell’Ottocento dalla tenuta reale di re Carlo Alberto; probabilmente era rettangolare e si sviluppava secondo le modalità classiche dell’urbanistica romana; era dotata di teatro, anfiteatro, acquedotto, foro e templi.
La struttura più significativa ancora percettibile oggi è l’anfiteatro che in origine si trovava sul tratto extraurbano del decumano massimo e la cui forma ellittica è rilevabile nel percorrere a piedi una parte del territorio. Infatti parte delle strutture sono state utilizzate nel 1700 come cantine (coperte con volte a botte) e fondamenta di case che si disposero sui muri radiali della cavea dando al borgo – attualmente chiamato Colosseo – una forma a ellisse.
L’arena, incassata rispetto al piano di campagna antico, era formata da 4 anelli concentrici e poteva ospitare circa 15000 spettatori. Si ritiene sia stato costruito alla fine del I secolo d.C. Le dimensioni della cavea (m. 132 x 98) e dell’arena (circa m. 82 x 48) rendono questo anfiteatro il più grande del Piemonte e uno dei maggiori nell’area cisalpina. I reperti di ceramica e di monete arrivano a metà del secolo V- inizi VI secolo d.C., indicando il termine entro il quale venne abbandonato l’anfiteatro pollentino.

Data compilazione scheda: 15 marzo 2024
A cura di AC
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