Schede

Databile intorno al I secolo d.C., riforniva la città attingendo l’acqua dal torrente Erro e valicando la valle del Bormida.

L’edificio in età romana era adibito alla produzione di ceramiche ed è stato musealizzato.

Le sei sale del Museo spaziano dalla Preistoria all’età Romana e al Medioevo ad Acqui.

Era il teatro della città romana di Acquae Statiellae

Forse riceveva l’acqua della sorgente “Bollente” e aveva funzione di grande calidarium, in cui prendere bagni caldi.

Espone reperti preistorici e della città romana. Vi è anche una ricca sezione naturalistica.

La città conserva alcune vestigia di epoca romana.

Era una grande casa di campagna con la residenza padronale al centro di edifici e terreni destinati alla produzione agricola.

Torre della cinta muraria romana.

Era una ricca abitazione con un prezioso pavimento a mosaico.

Sono visibili 5 ettari, dei 21 che occupava l’antica città, con i resti di importanti edifici.

Raccoglie molte testimonianze archeologiche e artistiche dell’intero territorio.

Aveva l’anfiteatro più grande del Piemonte il cui perimetro ancora si può rilevare percorrendolo a piedi.

La villa era un edificio rustico con la residenza padronale ed edifici e terreni adibiti all’agricoltura.

Potrete passeggiare nella miniera a cielo aperto, tra molti sassi, sperando di individuare qualche pepita d’oro.

Rimangono alcuni reperti e siti della città romana.

Si sono conservati resti del grande anfiteatro e di altre strutture della città romana.

Conserva reperti del territorio dal Neolitico al Rinascimento; collezioni di arte orientale e dipinti contemporanei.

Incredibile testimonianza storica che dal 1141 ad oggi racconta il tempo che ha vissuto, con un approfondimento creato nel 1999 del Museo della Tortura.

Costruzione del I secolo d.C. a fini religiosi, unica in tutto il Piemonte

Notevoli resti della città romana, centro di commerci e del culto di Iside.

Il Museo del Paesaggio di Verbania comprende una interessante sezione staccata di archeologia presso il municipio di Ornavasso.

Torre-porta nel centro del paese, ristrutturata da poco, con ottima illuminazione notturna.

Eccezionale monumento di età romana, la cui interpretazione è dibattuta.

Della città romana sono ben conservati resti di anfiteatro, teatro e una parte del tessuto urbano.

Ha forma di ellisse di 45 x 37 m, il più piccolo di età romana presente in Italia.

L’arco fu eretto in onore di Augusto nel 9-8 a.C. da Cozio, re dei Segusii.

Porta della cinta muraria romana, ben conservata.

Festeggia nel 2024 il 300° anniversario ed è il più antico d’Europa: il nucleo delle collezioni d’arte sabaude, che confluirono poi nel Museo d’Antichità, fu fondato nel 1724.

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN), uno dei maggiori punti di rifermento per la comunità scientifica del Piemonte, ha riaperto recentemente.

In un solo edificio sono racchiusi duemila anni di storia. Da porta romana, diventa fortezza ed in seguito castello, simbolo del potere sabaudo per poi decadere sotto il dominio napoleonico, risorgere come primo senato d’Italia e diventare museo.

La porta romana è inglobata nell’attuale Palazzo Madama, dietro la facciata juvarriana.

È la principale testimonianza archeologica dell’epoca romana della città, nonché una delle porte urbiche del I secolo a.C. meglio conservate al mondo.

Resti della torre angolare romana nord-ovest e di brevi tratti di mura.

Rimangono notevoli ruderi del teatro che occupava un’intera insula, di circa 76 m di lato, presso l’angolo nord orientale della città.

Documento del 196 d.C. riguardante una strada romana, probabilmente quella per il Sempione.