CERRIONE (BI). Riserva Naturale Speciale la Bessa
Potrete passeggiare nella miniera a cielo aperto, tra molti sassi, sperando di individuare qualche pepita d’oro.
Situato all’ombra della grande morena pleistocenica della Serra d’Ivrea, il giacimento d’oro della Bessa era lungo una via di comunicazione che dalla fine del Neolitico collegava la Pianura Padana con la valle del Rodano e con l’altopiano svizzero attraverso il passo del Gran San Bernardo.
Probabilmente il giacimento era già stato utilizzato prima dei Romani, nella Protostoria. In effetti il ritrovamento di due blocchi di ossidiana e la presenza di numerosi massi erratici con incisioni a “coppella” testimoniano un’intensa frequentazione protostorica dell’area che, a partire dal V/IV sec. a.C., era controllata dalla tribù celtica (o celto-ligure) dei Salassi, insieme al territorio biellese, e parte dell’attuale provincia di Torino e della Valle d’Aosta.
Dal II secolo a.C., con l’arrivo dei Romani, il giacimento divenne la più grande miniera a cielo aperto del mondo antico, esaurita però già dopo 100 anni, nel I secolo a.C. Ancora oggi i cumuli che si vedono lungo il percorso raccontano il lavoro di scarto degli antichi schiavi impegnati nella ricerca dell’oro.
Nel comune di Cerrione (Bi) inizia l’Itinerario “storico” del Parco, il primo ad essere aperto ai visitatori. È di grande interesse per il ritrovamento avvenuto nel 1997 di una stele, unico esemplare presente nel biellese (visibile nella sede del Parco) e per le recenti campagne di indagine archeologica riguardanti il sistema di coltivazione del giacimento aurifero.
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