TORINO. Palazzo Madama
In un solo edificio sono racchiusi duemila anni di storia.
Da porta romana, diventa fortezza ed in seguito castello, simbolo del potere sabaudo per poi decadere sotto il dominio napoleonico, risorgere come primo senato d’Italia e diventare museo.
Per ritrovare le origini di Palazzo Madama dobbiamo ritornare al I sec d.C.: qui sorgeva la porta orientale di accesso alla colonia romana Julia Augusta Taurinorum formata da due torri di sedici lati, simile a Porta Palatina. Ancora oggi sono visibili le tracce all’interno del palazzo, vedi scheda https://www.piemontego.it/monumenti/torino-porta-decumana
A seguito della caduta dell’Impero romano d’Occidente, la porta venne trasformata in una fortezza, atta alla difesa cittadina diventando sede militare e diplomatica.
Nel XIV secolo la fortificazione passò ai Savoia-Acaia che lo ampliarono in castello/casaforte e successivamente Lodovico, Signore del Piemonte e Principe di Acaia lo trasformò facendogli assumere la forma quadrata con corte e portico, quattro torri cilindriche angolari, ancora oggi in parte riconoscibile su tre lati, come si vedono nelle raffigurazioni del Theatrum Sabaudiae.
Tra il XV e XVI secolo, con l’estinzione del ramo d’Acaia, ed essendo Chambery la capitale del ducato, il castello divenne una residenza temporanea per gli ospiti dei Savoia e rimase anche dopo il passaggio a Torino ruolo di capitale nel 1563.
Il nome di Palazzo Madama lo si deve alle due “Madame Reali” che vollero dare all’edificio un aspetto regale rendendo Torino una città a livello internazionale
Nel XVII secolo Maria Cristina di Borbone, reggente per il figlio Carlo Emanuele e “prima Madama Reale di Savoia” volle creare una residenza autonoma lontana dalla corte, commissiona così Carlo e Amedeo di Castellamonte importanti lavori di ammodernamento.
I lavori di restauro nascosero le tracce dell’antico castello medioevale, rimovendo l’antico ponte levatoio, e provvedendo alla copertura della corte medievale con la creazione di un salone al piano nobile che nel Settecento sarà chiamato salone degli Svizzeri e dall’Ottocento salone del Senato.
La duchessa commissionò anche il riallestimento e la decorazione del suo appartamento, con affaccio privilegiato verso piazza Castello.
La seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours resse il ducato sabaudo dal 1675 al 1684 dopo la morte del marito Carlo Emanuele II e sino a che il figlio Vittorio Amedeo II, la obbligò a lasciargli il potere.
La Duchessa fece eseguire importanti lavori per adeguare il palazzo al gusto del tempo ed alle nuove funzioni di rappresentanza.
Il regio architetto Filippo Juvarra progettò la nuova facciata e lo scalone d’accesso al grande salone di rappresentanza creando un magnifico grande spazio immerso di luce.
Successivamente il palazzo subì pesanti rimaneggiamenti ed assunse diverse destinazioni: da commissariato di polizia a sede del governo provvisorio francese nelle campagne napoleoniche.
Nel 1832 Carlo Alberto raccolse le opere migliori delle residenze Savoia e aprì al pubblico la Galleria Reale.
Durante la Seconda guerra mondiale una bomba cadde sullo scalone incendiando e distruggendo parte del soffitto.
Dal 1997 Palazzo Madama, come tutte le residenze sabaude, è tutelato dall’Unesco, che lo ha iscritto fra i beni considerati “Patrimonio dell’Umanità”.
Nel 2014 è stato approvato il passaggio di proprietà di Palazzo Madama dallo Stato italiano alla Città di Torino.
Spostati sulla mappa per visualizzare le altre schede.