SUSA (TO). Porta Savoia e mura romane
Porta della cinta muraria romana, ben conservata.
La cinta muraria della città di Segusium fu edificata rapidamente nella seconda metà del III secolo d.C. per difendersi dalle invasioni barbariche. Le mura erano alte circa 6 metri, munite di torri angolari e sui lati; parti di esse sul lato sud sono state inglobate in edifici successivi. Le mura erano costruite “a sacco” cioè con pareti esterne in muratura e una zona interna riempita con materiale di riporto, nel quale sono stati trovati tantissimi frammenti per lo più di marmo, iscrizioni, pietre miliari, parti di sculture.
La cinta muraria delimitava un’area ridotta della città a forma triangolare e comprendeva la zona del Castello, la fascia lungo la Dora fino alla Torre dell’Orologio. C’erano tre ingressi principali: la Porta Castello (tra l’Arco di Augusto e le Terme Graziane, così sono detti i resti dell’acquedotto); la Porta Piemonte (di cui è rimasta una parte inglobata nella Torre dell’Orologio); la Porta Savoia o del Paradiso. Le mura, le loro torri e le porte furono ribassate nel XVIII secolo per ordine di Napoleone e nel tempo in parte demolite o inglobate in edifici più recenti.
La Porta Savoia prendeva nome dalla regione transalpina cui dava accesso attraverso i valichi; detta anche “del Paradiso” perché vicina al cimitero della cattedrale di San Giusto e fu in parte inglobata nell’ampliamente della chiesa stessa nel XII secolo.
La costruzione, rifinita da un paramento a “lisca di pesce”, ha un solo fornice che in origine era più stretto e veniva chiuso con una saracinesca. La porta è collegata a due torri di pianta circolare, forate da quattro piani di finestre a tutto sesto, che oggi sono in parte murate. Le aperture delle torri sono sfalsate, in modo da poter consentire la difesa su tutti i lati. L’interturrio presenta 4 ordini di aperture ad arco, anche queste alternativamente sfalsate, situate all’altezza dei corridoi che collegavano le due torri.
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