SUSA (TO). Arco di Augusto
L’arco fu eretto in onore di Augusto nel 9-8 a.C. da Cozio, re dei Segusii.
Con il patto stipulato con Roma intorno al 13 a.C., il re Cozio era diventato prefetto di 14 città delle Alpi Cozie il cui territorio entrava a far parte dello Stato Romano, gli abitanti divenivano cives di diritto latino, il re Cozio stesso assumeva lo status di cavaliere romano e il nome della dinastia Iulia.
L’arco ha un unico fornice alto 8,85 metri e largo 5,85 con volta a botte delimitata ai 4 angoli da lesene sormontate da capitelli a volute vegetali che sorreggono gli archivolti. L’intera costruzione misura 13,07 x 11,93 x 7,30 m. Rivestito da blocchi di marmo bianco delle vicine cave di Foresto, ai quattro angoli ha colonne scanalate impostate su alti dadi lisci che sorreggono la trabeazione, costituita da architrave liscio, da un fregio a bassorilievo figurato e da una cornice a mensole, decorate a fogliette, cassettoni con rosoni a rilievo e altri ornati, fra cui un’aquila.
La parte superiore è costituita da un attico sul quale era l’iscrizione dedicatoria, privo dei gruppi statuari che dovevano decorarne la sommità e oggi scomparsi. I numerosi fori visibili sulla superficie del monumento sono dovuti al prelievo – avvenuto già in epoca antica – delle grappe metalliche che tenevano uniti i blocchi. Pure strappate sono le lettere in bronzo dell’iscrizione dell’attico, che quindi si presenta leggibile soltanto attraverso la posizione dei fori di fissaggio delle lettere e delle incisioni di guida per le lettere stesse.
Il testo così recita “M. Giulio Cozio, figlio del re Donno, prefetto delle città qui nominate – Segoviorum, Segusiuorum, Belacorum, Caturigum, Medullorum, Tebaviorum, Adanatium, Savincatium, Ecdiniorum, Veaminiorum, Venisamorum,Iemeriorum, Vesubianorum, Quariatium – e le città che furono sotto la sua prefettura in onore dell’imperatore Cesare Augusto, figlio di Cesare, pontefice massimo, nell’anno XV della sua tribunicia podestà e nel XIII anno del suo impero”.
Il fregio figurato è ben leggibile nonostante alcune abrasioni e lacune, è integralmente conservato sui lati maggiori nord e sud e sul lato breve ovest, mentre sul lato orientale ne rimane solo un tratto presso l’angolo sud. I rilievi rappresentano scene relative al patto concluso con Roma. Sui lati lunghi (nord e sud) è rappresentata la stessa scena, sia pure con qualche differenza: si tratta del solenne sacrificio compiuto da Cozio alla presenza dei Romani (rito detto suovetaurilia dal nome delle vittime sacrificate: un maiale, un ariete, un toro), con il quale il patto fra i due popoli riceveva la sanzione religiosa e giuridica. Sul lato ovest la scena rappresenta proprio l’atto della stipulazione del patto. Al centro, ai lati di un’ara che serve da tavola, sono due personaggi togati (Cozio e il generale romano), che tenendo nelle mani il rotolo del patto abbracciano il rappresentante della più importante delle 14 città. Ai lati sono magistrati romani e i rappresentanti delle altre 13 città.
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