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ARONA (NO). Chiesa dei Santi Martiri

Punto di forza

La chiesa dedicata ai Santi Martiri Graziano e Felino, Fedele e Carpoforo, ha facciata barocca e interno gotico, è situata nella parte alta della città e vi si accede per mezzo di una scalinata. Le sue origini sono molto antiche.

Dalla piazza San Graziano, risalendo la scalinata si giunge al sagrato della chiesa, situata in posizione dominante nella parte alta della città. La facciata, rivolta ad est, è caratterizzata dal verticalismo delle paraste  binate laterali coronate dai “tabernacolini”  e dal frontone mistilineo con l’insegna della Compagnia di Gesù.

I raffinati motivi a stucco sono riconducibili ad ambiente ticinese della metà del XVIII secolo.

Già abbazia benedettina, la chiesa era annessa al monastero del Salvatore condedicato ai Santi Graziano e Felino, fondato all’interno del “castrum”, nella seconda metà del X secolo, dal conte Amizzone del Seprio (guidò le truppe di mercenari dell’imperatore Ottone I di Sassonia ), che da Perugia vi trasportò le reliquie dei due Martiri. A partire dal 1259 i documenti citano anche i Santi Fedele e Carpoforo.

Dell’edificio romanico non rimangono tracce. Certamente questo aveva l’abside orientata, con annessa la cappella di San Nicola prospiciente il “Prato Oliveto”, che scendeva verso il lago ben oltre la piazza San Graziano, come appare da un preciso inventario del 1468.

La chiesa attuale è frutto di quattro fasi costruttive. La prima, relativa all’area presbiteriale e agli elevati della campata annessa, si deve agli abati commendatori succedutisi tra il 1453 e il 1489. Francesco Borromeo (1453 ca.-1484), Francesco de Eustacchi (1484-1487) e Gerolamo Calagrani (1488-1497) che la inaugurò il 2 giugno 1489.

All’esterno in questa parte sono di particolare interesse i tessuti murari quattrocenteschi caratterizzati da blocchi squadrati di serizzo, ordinatamente disposti con sottili giunti di malta bianca. Al contrario nei muri e nei prolungamenti dei contrafforti di rinforzo della campata la tecnica muraria è meno accurata, indice di un intervento successivo.

Con l’abate Giovanni Antonio Ferreri di Masserano (1497-1512 ca.), in data 1506 fu portata a termine la copertura a tiburio di questo volume (seconda fase).

La terza fase dei lavori è determinata dagli interventi dei gesuiti (1573-1773) che si sostituirono agli abati nel governo del monastero. Intorno al 1576 essi articolarono le due cappelle laterali più vicine al presbiterio; quindi nel 1720 prolungarono l’edificio di un’altra campata affiancata da altre due cappelle e completarono il progetto con la scenografica facciata barocca.

Nell’ultima fase dei lavori (1850-1852) è definita l’immagine dell’interno. Furono rifatte le cappelle più antiche (quella del Crocifisso e quella di San Carlo, quest’ultima restaurata solo in parte) e, nella campata costruita dai gesuiti, venne sostituita la prima copertura in stile “romano” (volta a botte impostato su un cornicione) con l’attuale volta a crociera. Infine i pittori Giacomo Zerbino di Biella e l’aronese d’adozione Gaudenzio Magistrini (Bologna, 1820 – Arona, 1871) la affrescarono con motivi in stile neogotico, secondo il gusto romantico dell’epoca, con l’intento di conferire all’intero edificio l’unità stilistica della costruzione tardo quattrocentesca.

Indirizzo: Piazza San Graziano – Arona (NO)

Data compilazione scheda: 13 ottobre 2025
A cura di A. P.
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