ROASCHIA (CN). Riserva naturale Grotte del Bandito
Grotte di tipo carsico con resti degli orsi delle caverne, visitabili pochi giorni l’anno per non disturbare i pipistrelli e gli anfibi che le abitano.
Il massiccio cristallino dell’Argentera è circondato da rocce sedimentarie (calcari e dolomie), meno compatte e più permeabili rispetto a quelle cristalline delle cime dell’alta valle; l’acqua, infiltrandosi attraverso crepe e fenditure, ha scavato nel corso dei millenni gallerie e cunicoli.
Il più importante sistema sotterraneo della valle è rappresentato dalle Grotte del Bandito, che si aprono in prossimità del torrente Gesso, a Roaschia. Qui, sono stati ritrovati resti di Ursus spelaeus – l’antico orso delle caverne che le abitò tra 66.000 e 30.000 anni fa, e che poteva raggiungere i tre metri e mezzo di altezza eretto sulle zampe posteriori – ; di leoni, leopardi, lupi e altri animali in gran parte estinti.
In queste grotte, sfruttandone il clima stabile, svernano oggi colonie di 13 specie di Chirotteri, il cui letargo non va assolutamente disturbato, pena la morte dei pipistrelli.
Qui vivono anche specie di artropodi, insetti e anfibi rari e perfettamente adattati all’ambiente sotterraneo.
Gli scavi archeologici in prossimità degli ingressi hanno documentato la frequentazione umana del sito a partire dal I millennio a.C. Alcuni reperti, tra cui un coltellino in bronzo dell’VIII secolo A.C., sono in mostra presso il Museo di Valdieri.
Per il loro interesse naturalistico e paleontologico, le Grotte del Bandito sono dal 2011 una Riserva naturale gestita dalle Aree Protette Alpi Marittime, ricompresa nel SIC IT1160056 “Alpi Marittime”: sono sottoposte a tutela e l’accesso alle cavità è strettamente limitato ad attività di ricerca o a visite autorizzate/condotte dal Parco.
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