TORINO. Rondò della Forca
Il Rondo della Forca è una particolare zona della città di Torino situata vicino a quella che in passato era chiamata la Valle degli Uccisi, oggi corrispondente a Piazza Statuto. Questa vicinanza sviluppò nel tempo la credenza popolare che tutta la zona avesse qualcosa di malefico.
Il Rondò della Forca è uno dei luoghi più emblematici della Torino magica. Il nome deriva da una tradizione popolare poiché tra il 1835 e il 1853 in questo luogo avvenivano le esecuzioni dei condannati a morte per omicidio e cospirazione politica.
Questo luogo appare oggi come un semplice incrocio ma all’epoca delle esecuzioni lo scenario era di tutt’altro tipo. La zona delle esecuzioni sorgeva in aperta campagna, nelle vicinanze della prigione. Lo spazio era inoltre sufficientemente ampio per ospitare un gran numero di spettatori dato che le esecuzioni dovevano essere rigorosamente pubbliche per intimorire gli spettatori e prevenire altri reati.
Il luogo non venne scelto solo per la sua vicinanza alla prigione ma anche perché si credeva che la morte facesse da sempre parte del DNA di questa zona come del resto conferma l’attuale denominazione di corso Valdocco, che deriverebbe dal toponomastico latino Vallis Occisorum (Valle degli uccisi).
Nella stessa zona risiedeva anche Piero Pantoni, l’ultimo boia di Torino, la cui ultima esecuzione risale al 1853.
Molti anni dopo, il Rondò della Forca fu nuovamente teatro di un’esecuzione: alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, nel maggio del 1945, in questo luogo trovò la morte la sedicenne Marilena Grill, ausiliaria della Repubblica Sociale Italiana, fucilata dai partigiani.
Nel punto esatto in cui una volta era collocato il patibolo, all’angolo con Corso Regina Margherita, oggi sorge un monumento dedicato ad una figura molto amata dai condannati a morte dell’epoca: San Giuseppe Cafasso. Conosciuto anche come “il prete della forca”, Cafasso era considerato l’apostolo dei carcerati, soprattutto di quelli destinati all’esecuzione, che accompagnava fino al momento dell’impiccagione. Eretta nel 1960, a un secolo dalla sua morte, la statua raffigura il santo nell’atto emblematico di porgere una croce ad un condannato.
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