VEROLENGO (TO). Santuario della Madonnina
L’imponente santuario, con annesse due tranquille aree verdi, porta in sé un messaggio di forte fede, gli ex-voto, rappresentano un suggestivo punto di vista di cosa significhi speranza.
La maestosa cupola del santuario della Madonnina di Verolengo è ben visibile anche da alcuni chilometri di distanza, per questo è una dei simboli caratterizzanti di questo tranquillo paesello del torinese.
Quando ci troviamo davanti a questo edificio, la prima cosa che notiamo è la sua maestosità, accentuata dalle quattro colonne che abbelliscono la facciata principale, in stile neoclassico; i colori dominanti il bianco e l’azzurro.
L’atto fondativo del santuario ha radici ben lontane nel tempo, il 1690, quando il sacerdote Don Bracco, che si stava dirigendo a cavallo verso Crescentino, ebbe un incidente, il cavallo si agitò, lui rimase incastrato nella staffa e venne trascinato dal paese alla località Veuchio, dove ai tempi era presente un pilone votivo con l’immagine della Madonna d’Oropa e i santi Carlo Borromeo e Antonio di Padova; in quell’esatto punto il cavallo fermò la sua corsa e si tranquillizzò. Il sacerdote indenne, grazie alla benevolenza della Madonna, fece edificare una cappella campestre intorno al pilone.
Negli anni successivi, iniziarono ad accorrere molti pellegrini, e si sentì l’esigenza di ampliare la cappella (1698). Successivamente, a causa dell’ingente flusso di credenti, iniziarono i lavori per la costruzione di una chiesa (1738), e nel 1785 si decide per un ulteriore ampliamento, i lavori iniziarono sotto la guida dell’architetto Carlo Cerrone, ma non trovarono buone sorti, a causa della perdita di alcuni dei benefattori e a causa della situazione politico-militare europea (rivoluzione francese e successiva confisca e vendita dei beni ecclesiastici, indetta da Napoleone Bonaparte), i lavori così si arrestarono, per riprendere solo nel 1834 sotto la guida dell’ing Carlo Bossi. La luce in fondo al tunnel iniziò a vedersi nel 1851, quando la chiesa venne consacrata dall’allora vescovo di Ivrea e i lavori terminarono definitivamente del 1861. Molti non sanno che il Santuario della Madonnina nasce in realtà con il nome di Santuario del Veuchio, grazie all’antico nome della località in cui sorge.
Il pilone originario con l’affresco sono ancora oggi conservati nel santuario, addossati all’altare principale.
All’interno della chiesa si trovano 4 imponenti statue raffiguranti: Mosè, S. Giuseppe, S. Anna e S. Giovanni Battista, a cura della famiglia Augero, in particolare i due fratelli Amedeo e Francesco (importante famiglia di artisti, attivi su tutto il territorio), che ha anche curato molti degli affreschi presenti.
Nell’abside troviamo conservati tutti gli ex-voto dei credenti, il più antico risale proprio al 1690 e ritirare le vicende di Don Bracco. Grazie ad un’analisi dettagliata di questi si è potuto verificare che i motivi principali di questi ex-voto sono incidenti sul lavoro, incidenti stradali e malattie, altri ritraggono pericoli scampati su campi di battaglia, o dall’arrivo di fulmini; quelli più recenti sono fotografie di incidenti stradali. Spesso si trovano dei disegni di bambini, nel caso in cui i graziati siano proprio dei bambini. Gli autori dei quadri sono per la maggior parte anonimi poiché sono pittori locali.
Guardando più attentamente l’esterno della chiesa non possiamo fare a meno di notare due aiuole ben curate con le stazioni della Via crucis e i Misteri del S. Rosario e una fontana di acqua sorgiva che secondo la tradizione ha virtù miracolose per a cura di malattie.
Nel 2024 è stato inaugurato un ostello per i pellegrini della Via Francigena nei locali che prima ospitavano l’alloggio del custode.
Non vi resta che scoprire le sculture e le fontane delle due aree verdi!
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