BISTAGNO (AL). Torre medievale
La torre rappresenta una delle poche testimonianze rimaste dell’antico borgo fortificato del XIII secolo dalla particolare forma di triangolo, ancora riconoscibile percorrendone le vie.
Quando il vescovo Enrico nel 1253, creò il nuovo concentrico bistagnese, provvide alla sua difesa con progetti per un fortilizio, che nei decenni seguenti fu avviato e forse completamente costruito. La presenza della cinta muraria intervallata da sei grosse torri è una testimonianza dell’antichità del Castello che aveva funzione di controllare la strategica via che collegava Savona ad Acqui.
L’attuale torre faceva parte del castello, era più alta delle altre che sorgevano lungo le mura. Il castello sorgeva a strapiombo sulla riva sinistra del fiume Bormida nell’angolo meridionale di un nucleo urbano a forma di triangolo isoscele di base m 290 e con i lati uguali di m 270. L’asse interno principale, orientato est-ovest, è intersecato da sei strade secondarie, parallele tra loro, che immettono alle mura a nord, e alla scarpata sulla Bormida a sud; la via di lizza e le strade individuano 9 isolati a forma di trapezi e uno di triangolo la cui larghezza varia da 26/27 a 22/23 m. Nel vertice sud viera il castello e una porta, in quello ovest la munitissima porta di Corneta e sul lato opposto quella di Rufintoro.
In poco tempo Bistagno crebbe in potenza e autorità, al punto che nel 1264 venne fondato un ospedale sotto il titolo di San Nicolao. Il castello fu per parecchi anni sicura residenza episcopale, quando nel 1343 a causa delle furiose lotte che si combattevano in Acqui tra le fazioni Guelfa e Ghibellina, il Vescovo Guido II dei Marchesi di Incisa preferì abbandonare la città e rifugiarsi nella fortezza di Bistagno, che poi donò al Marchese di Monferrato.
Oggi, però, del borgo rimane poco, oltre la torre quadrata, che, pur inglobata in una struttura moderna, è ancora suggestiva. Sita in Via IV Novembre, 13. Nella parte superiore presenta due aperture su ogni lato.
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