CHIVASSO (TO). La Regia Mandria
Una carina tenuta, ben custodita e ristrutturata, che si erge nel mezzo di piatte pianure di campi ancora oggi coltivati
La regia mandria di Chivasso fu costruita tra il 1760 e il 1770, per volontà di re Carlo Vittorio Emanuele II di Savoia.
Questa struttura fu pensata come azienda economica, dipendente dalla Venaria Reale di Torino, per l’allevamento dei cavalli e delle puledre destinate alla riproduzione. La progettazione e la costruzione della stessa fu affidata a Carlo Onorato Sarterio (direttore dell’azienda di Venaria) ed a Giuseppe Giacinto Bays (misuratore generale di Venaria Reale). La tenuta è composta da più edifici (stalle, fienili, cascine e il secondo piano destinato ad ospitare le dimore dei lavoratori e gli uffici del personale dirigente) di mattoni a vista, tutti raggruppati intorno ad un grande cortile con al centro un grande abbeveratoio circolare per gli animali, oggi ricostruito, ed il tutto circondato da 767 ettari di terreno.
Il 14 ottobre 1767, Carlo Emanuele III inoltrò al Vescovo di Ivrea la richiesta di istituire una parrocchia dedicata a Sant’Eligio Vescovo – patrono degli orefici, ma anche dei maniscalchi – facendosi carico del mantenimento del prevosto.
Gli avvenimenti storici modificarono presto e più volte la destinazione d’uso e la fisionomia del complesso della Mandria. In base ad un decreto del 1797 il tenimento divenne “Bene Nazionale”, concesso in affitto ad una società di ex nobili, adattatosi alla Rivoluzione Francese, che impiantarono nella tenuta un vasto allevamento di pecore di razza pregiata.
Con la Restaurazione la Mandria di Chivasso decadde lentamente, come anche la reggia di Venaria Reale.
Nel 1834 entrambe le tenute persero il patronato regio e passarono alle dipendenze della Regia Intendenza di Finanza.
Nel 1855 fu acquistata ad un’asta dal conte Apollinare Rocca Saporiti, che però rifiutò di accollarsi il mantenimento del parroco. La tenuta seguì le sorti della storia, passando attraverso l’avanzata dell’esercito austriaco, contrastata in questa zona dall’esercito sabaudo; poi la prima guerra mondiale, in cui la tenuta ospitò un campo di aviazione e di riparazione di veicoli aerei.
Nell’autunno del 1918 gli hangar di questo aeroporto militare furono trasformati in baracche, usate per offrire una ospitalità temporanea ai soldati di nazionalità polacca dell’esercito austro-ungarico.
Nel dicembre 1919 la tenuta della Mandria fu lottizzata ed acquistata soprattutto da agricoltori. La maggioranza dei proprietari odierni è erede degli acquirenti del 1919.
Testimonianze fotografiche della permanenza dei soldati polacchi alla Mandria di Chivasso sono oggi raccolte in un album presente nel Museo Nazionale del Risorgimento Italiano a Torino.
Ancor oggi, dopo oltre duecento anni, viene vivamente festeggiata, in ogni primavera, la festa di Sant’Eligio, protettore dell’antico “tenimento”.
Dal 1993, inoltre, in tale occasione si tiene presso gli antichi locali settecenteschi della Mandria una prestigiosa rassegna internazionale d’arte naif, con opere italiane ed internazionali, organizzata dall’associazione “Pro Mandria”.
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