CUORGNE’ (TO). Parrocchiale di san Dalmazzo martire
Secondo la tradizione la prima parrocchia cuorgnatese, già dedicata a San Dalmazzo, risalirebbe all’epoca di Sant’Eusebio.
Secondo la tradizione la prima parrocchia cuorgnatese, già dedicata a San Dalmazzo, risalirebbe all’epoca di Sant’Eusebio; in un documento del 1154 viene citato il “pievano” di Cuorgnè, titolo che confermerebbe l’antichità della fondazione.
L’antico edificio era volto ad occidente perché parrocchia del nucleo cittadino detto della “Villa”, distinto dal “Borgo” (attuale Via Arduino) con parrocchia dedicata a San Giovanni.
Restaurata nel 1472, la chiesa di San Dalmazzo divenne insufficiente per cui nel 1575 si decise la ricostruzione cambiando l’orientamento come lo vediamo oggi; il progetto ed i lavori vennero affidati a Marianno de Marianni di Lugano. Il nuovo edificio, terminato nel 1592, risultò a tre navate divise da otto colonne; di fronte si trovava il cimitero.
Il primo settembre 1804 crollava all’improvviso un pilastro con parte della volta, compromettendo la stabilità dell’intero edificio.
Si decise quindi di ricostruirlo interamente su progetto dell’architetto Andrea Cattaneo di Torino che rielaborò l’edificio in forme neoclassiche.
La nuova chiesa venne inaugurata nel 1810: dieci anni dopo si completava la facciata con il maestoso peristilio.

La Madonna della Rivassola
Nel 1825 si costruiva, sulla destra dell’altar maggiore, una cappella-santuario ove venne trasferito il miracoloso affresco della Madonna della Rivassola, patrona di Cuorgnè, che per tradizione sarebbe stata copiata da una pergamena portata a Cuorgnè nel 903 da Costantinopoli, copia di un ritratto dal vero della Madonna eseguito dall’evangelista San Luca.
Preannunciato da un pronao ionico vitruviano, innovativo nella sua purezza, l’interno si presenta in forma basilicale a croce latina, con una spazialità moderna sottolineata da un’accorta illuminazione con grandi finestroni che ne accentuano la monumentalità ed il fasto scenografico tipico delle forme neoclassiche, particolarmente evidente nella zona presbiteriale, un tempo arricchita da un grande apparato ligneo dorato.
La tonalità dominante grigia delle nude pareti, prive di ogni ornamentazione in quanto destinate ad essere ricoperte dai drappi, esalta l’oro degli elaborati capitelli e dei fregi; su tutto sovrasta la grande cupola, una delle più grandi del Canavese, alla quale il cupolino conferisce particolare slancio e verticalità.
Le decorazioni interne sono opera dei pittore Paolo Beroggio e gli affreschi della volta del pittore Nicola Fava nel 1904.
Dei quadri meritano di essere notati quello di Santa Teresa, di recente restaurato e ricollocato nella sede originaria sotto la seconda arcata della navata di destra, che la tradizione attribuisce a Guido Reni, e quello della Crocifissione con san Biagio all’altare del Suffragio della navata di destra, una delle migliori opere del pittore Vincenzo Revelli (1826).
Le tele dell’altar maggiore, con il martirio di san Dalmazzo, e dell’altare dei Rosario alla navata sinistra sono opera del pittore Giovanni Comandù (1814), pittore affermato al servizio della corte di Torino.
Da notarsi ancora il grandioso organo sopra al portale, dotato di trenta registri, opera dell’organista Carlo Vegezzi Bossi (1894) recentemente restaurato, con il quale si tengono periodicamente apprezzati concerti sinfonici.
Usciti dalla Parrocchiale si imbocca in discesa Via Milite Ignoto arrivando dopo un centinaio di metri alla Chiesa della SS. Trinità.
Info:
Via Tealdi, 5 – Cuorgnè (To) – Tel. 0123667177
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