Da lì a pochissimi anni, faranno la loro comparsa altri segni di questa aspirazione cittadina, i Toret, le iconiche fontanelle verdi con la loro inconfondibile testa di toro, simbolo della diffusione orizzontale e capillare dell’acqua, che diventa un bene di tutti:
SANGANO (TO). L’acquedotto Sangano o la Cattedrale dell’Acqua
Nel sottosuolo tra Villarbasse e Sangano in Val Sangone a pochi chilometri da Torino si trova un luogo suggestivo ed unico chiamato la “Cattedrale dell’Acqua”.
Durante il primo trentennio del XIX secolo Torino si stava preparando a diventare capitale di uno Stato con oltre 150.000 abitanti. La forte crescita urbanistica aveva portato gravi problemi igienici in quanto la popolazione attingeva acqua da pozzi cittadini spesso contaminati da scarichi e rifiuti ed il fiume Po non garantiva qualità d’acqua sufficiente. Nel 1835 l’epidemia di colera colpì duramente la città in cui persero la vita oltre 2200 persone. Fu allora che si iniziò a pensare all’attuazione di una serie di provvedimenti demolendo i rioni più degradati, e provvedendo a chiudere i canali della Dora Grossa, che scorrevano come fogne a cielo aperto. A tutela della cittadinanza era fondamentale realizzare un sistema stabile di distribuzione di acqua potabile.
Per volere di Carlo Felice, ma formalmente nel 1832 da Maria Cristina di Borbone, venne incaricato l’ingegner Ignazio Michela di studiare i mezzi più idonei per convogliare a Torino acque salubri. La sovrana donò sia il progetto ed cospicuo finanziamento economico alla società che si costituì nel 1847 e vide la partecipazione di 53 soci fondatori tra cui il conte Camillo Benso di Cavour, garantendo che gli istituti caritatevoli ne avrebbero potuto disporre perpetuamente senza alcun costo.
Per la purezza delle sue acque sorgive venne scelta la val Sangone l’impianto progettato a partire dal 1842. I lavori per le gallerie di captazione e per il grande serbatoio si svolsero tra il 1853 e il 1859. Grandi tubature partirono e partono ancor oggi dalla «cattedrale sotterranea» in direzione di Torino, dove continuano a portare l’acqua nelle case dei quartieri occidentali.
L’impianto, che si avvale di una serie di gallerie filtranti situate ad una profondità variabile tra i 10 ed i 15 metri, ha una portata di oltre 600 litri al secondo ed è in piena efficienza. La temperatura sottoterra è costante intorno ai 15°. Il serbatoio costruito in muratura su piano rettangolare di 64 m per 23 m è realizzato in cemento e mattoni con decine di colonne a sostegno delle volte. L’acqua limpida che riempie la cisterna si riflette tra pilastri e arcate, generando giochi di luce e simmetrie affascinanti creano un ambiente che ricorda una chiesa sotterranea. Le peculiarità della sua struttura architettonica e la grande opera ingegneristica che rappresenta fanno sì che il sito venga definito una vera e propria “cattedrale dell’acqua”.
Il 6 marzo 1859 Torino celebra l’inaugurazione del suo primo acquedotto. Tutta la città si raccoglie intorno allo zampillo della fontana di piazza Carlo Felice, alla presenza del Ministro dei Lavori Pubblici e delle autorità cittadine. Il getto d’acqua, alto oltre 25 metri, è la rappresentazione verticale della potenza dell’acquedotto torinese e dell’ambizione della città a candidarsi come una moderna capitale europea.
Ad oltre 160 anni dall’inaugurazione, l’Acquedotto Sangano rimane una struttura di grande importanza. La sua portata oscilla tra 380 e 600 litri al secondo, garantendo circa il 10% dell’acqua distribuita da Smat insieme alle sorgenti del Pian della Mussa.
L’acquedotto non è solo una grande opera di ingegneria idraulica, ma anche un patrimonio storico. come testimonianza del progresso tecnologico ottocentesco.
Il serbatoio dell’acqua potabile Smat, Società metropolitana acque Torino, che gestisce l’impianto, è visitabile soltanto in occasione della Fiera di Sangano, e nelle giornate del Fai.
Il Gruppo FAI Valsangone nell’ambito dell’iniziativa “L’Acqua dei Savoia” gestisce le aperture straordinarie.
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