TORINO. Chiesa di San Lorenzo, Via Palazzo di Città, 4
La “Real Chiesa di San Lorenzo” pur non avendo una vera e propria facciata è riconoscibile nel panorama di Piazza Castello per la magnifica cupola che la identifica come luogo di culto.
La chiesa di San Lorenzo fu costruita come ampliamento dell’antica cappella ducale di “Santa Maria ad Presepae”, dedicata a San Lorenzo per commemorare il giorno della vittoria del duca Emanuele Filiberto nella battaglia di San Quintino contro i francesi nel 1557.
La prima Ostensione della Sindone fu proprio in questa cappella quando Emanuele Filiberto nel 1578 fece trasferire la Sacra Sindone da Chambery a Torino, affinché fosse venerata da San Carlo Borromeo, a scioglimento di un voto fatto durante la peste di Milano.
La prima pietra dell’ampliamento fu nel 1634 ad opera dell’architetto Ascanio Vittozzi, ed in seguito dall’architetto ducale Carlo di Castellamonte.
Solo successivamente il completamento fu affidato all’architetto Guarino Guarini, monaco teatino, che vi lavorò dal 1668 fino alla consacrazione il 12 maggio 1680, in cui egli stesso celebrò la funzione religiosa.
L’architettura di Guarini, uomo di fede ma anche di scienza, è dettata da regole matematiche, le sue costruzioni sono sovrapposizioni di forme geometriche semplici, come triangoli, cerchi, prismi, ellissi ma che insieme formano figure complesse di grande impatto.
Guarini si rapporta in maniera innovativa con una risoluzione in altezza dello spazio buio racchiuso sui quattro lati tra palazzo Chiablese, la facciata preesistente e gli edifici dei teatini.
L’ingresso alla chiesa avviene attraverso il portico, chiuso precedentemente, ed in cui era già presente la cappella dell’Addolorata.
Non avendo la possibilità di fare aperture in facciata, Guarini progetta una cupola a forma di canestro rovesciato, ottenuto dall’intreccio di 8 coppie di archi che riprendono il motivo dell’ottagono formando una grande stella ad otto punte intervallata da otto finestroni ottagonali. Al centro si erge la lanterna traforata come un ricamo.
La parte inferiore della chiesa rimane in ombra, mentre acquista luminosità procedendo verso l’alto enfatizzando quindi la verticalità dell’opera e rappresentando l’ascesa al divino.
Alzando lo sguardo verso la cupola e con un po’ di fantasia, le linee e le aperture vetrate formano dei mascheroni inquietanti che, si dice, rappresentino il volto del diavolo.
Sul tetto sono poste due torrette in cui erano stati inseriti due quadranti solari. Il quadrante di sinistra segnava le stagioni e nel 1721 venne sostituito da un orologio meccanico sovrastato da una campana.
Nella torretta di destra è tuttora presente un quadrante solare che segna le ore del mattino fino a mezzogiorno.
Il vero campanile è arretrato e nascosto dal tetto per non interferire con le linee architettoniche del palazzo reale e degli edifici confinanti. È una costruzione circolare in mattoni rossi con scanalature verticali costituita da una copertura in cotto. Nella cella è posta una campana ancora manuale fusa nel 1772.
La pianta quadrata della chiesa è resa ottagonale da quattro cappelle poste in corrispondenza dei vertici.
Guarini si occupò anche della decorazione interna della chiesa di San Lorenzo progettando alcune delle cappelle utilizzando una serie di marmi policromi di diverse parti d’Italia che donano un aspetto prezioso ma raccolto alla chiesa.
Le cappelle radiali, non avendo finestre, sono prive di qualsiasi illuminazione ma hanno una particolarità: al di sopra di ciascuna di esse è raffigurata una stella con al centro un oculo scuro ma nei giorni prossimi all’equinozio vengono illuminati rivelando due affreschi.
Nei giorni prossimi all’equinozio di primavera e di autunno, per pochi minuti intorno al mezzogiorno, nella cappella dell’Immacolata viene illuminato l’affresco rappresentante Dio Padre Benedicente; diametralmente opposto, sopra l’altare delle Anime del Purgatorio, appare l’affresco che rappresenta Dio Padre che accoglie.
Ogni giorno, alle ore 17.15, la campana in facciata suona dieci rintocchi in memoria delle dieci divisioni di italiani caduti in Russia nella Seconda guerra mondiale.
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