FacebookInstagram

TORINO. Chiesa di San Michele Arcangelo

Punto di forza

Chiesa barocca che mette in evidenza l’abilità dell’architetto capace di realizzare un’edificio in un lotto triangolare con un risultato elegante ed innovativo.

 

Nel 1675 la duchessa Giovanna Battista di Savoia Nemours vedova di Carlo Emanuele II, reggente dello stato per il giovane principe Vittorio Amedeo II, nonché seconda Madama Reale aveva concesso alla confraternita dei “Trinitari Scalzi della Redenzione degli Schiavi”, l’uso della chiesa di San Michele presso Porta Palazzo, dipendente dall’Abbazia di San Michele della Chiusa. La missione dei frati era riscattare i cristiani ridotti in schiavitù da turchi e berberi, attraverso la raccolta delle elemosine.
Nel 1729 l’ordine fu costretto ad abbandonare la chiesa e trasferirsi in un edificio tra le vie San Francesco da Paola e Santa Croce.

Nel 1784 Vittorio Amedeo III assegnò parte del piccolo e triangolare isolato San Pasquale (attualmente piazza Cavour angolo via Giolitti e via delle Rosine), per la realizzazione di una chiesa ed un convento. La costruzione fu realizzata su progetto dell’architetto svizzero Pietro Bonvicino, allievo di Bernardo Vittone che stava già realizzando le case ed i laboratori per i Maestri Vellutari della Corporazione dei Mastri Fabbricatori di stoffe in oro, argento e seta che avevano acquistato una porzione dello stesso isolato.
L’architetto superò la difficoltà del lotto triangolare progettando una doppia facciata sui due lati del triangolo con gusto tipicamente barocco, movimentate  da parti concave e piane. La facciata principale che fa da sfondo a via delle Rosine è visibile anche in lontananza da via Po.

Il progetto originario ricorda la Chiesa di Santa Maria Assunta progettata dall’architetto Vittone a Grignasco (Novara).  L’edificio a pianta centrale presenta un tamburo esagonale con ampie finestrature con tetto a falde e sovrastato da una lanterna. La facciata, prospicente via delle Rosine, ha caratteristiche tipicamente barocche, con un ampio timpano sostenuto da doppie colonne ai cui lati si aprono due nicchie concave che avrebbero dovuto  essere completata  con statue.

L’interno è un luminoso ambiente esagonale sormontato da una ampia cupola a costoloni e decorato da stucchi.

Nel 1801, in conseguenza della soppressione degli ordini monastici durante l’occupazione francese, i Padri Trinitari dovettero abbandonare l’edificio di culto e l’attiguo Convento che fu destinato all’Ospizio delle Puerpere e, per un certo periodo, l’ex Chiesa dei Padri Trinitari fu denominata Chiesa della Maternità. In seguito, divenne parrocchia fino al 1940 circa.

L’edificio, fu seriamente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, e sottoposto ai primi restauri nel 1944 ultimati solo nel 1967. Diventando proprietà comunale, fu concesso in uso ai cattolici di rito bizantino della Comunità Albanese d’Italia.

Accessibilità: presenza di scalini.

Eventi caratteristici

La sottostante cripta  di circa 180 mq è  destinata a attività culturali temporanee e concessa in uso per due mesi all’anno (Dicembre e Aprile) alla Parrocchia cattolica italo-albanese di rito bizantino di San Michele Arcangelo, ai sensi della convenzione tra la Città e la Curia Metropolitana di Torino.

Per dieci mesi all’anno, esclusi dicembre ed aprile, la sala della cripta viene messa a disposizione per attività ed eventi culturali.  Si può richiedere l’assegnazione per periodi di tempo limitati.

 

Data compilazione scheda: 5 dicembre 2025
A cura di FSM
CONDIVIDI SU
Visualizzazione di 20 schede relative a luoghi di interesse visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza.
Spostati sulla mappa per visualizzare le altre schede.