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TORINO. Il “Bosco segreto” o “Giardino boscoso” di piazza Statuto

Ex centro sociale Prinz Eugen

Il Bosco Segreto
Il Giardino Boscoso
Punto di forza

Parco dell’istituto per «minorenni traviate» fino agli Anni 70, dopo lo sgombero degli occupanti del centro sociale Prinz Eugen (che scelsero di non toccarlo) si deve deciderne il destino.

Per i falchi cittadini è diventato territorio di caccia. Un giardino segreto di oltre 6 mila metri quadrati si nasconde a pochi passi da piazza Statuto, in pieno centro città. Selvatico. Rimasto incolto per quasi 50 anni dietro le mura dell’ex istituto Buon Pastore in corso Principe Eugenio e custodito fino all’ultimo sgombero lo scorso febbraio dal centro sociale Prinz Eugen.
L’hanno chiamato «Giardino Boscoso» ed è un’oasi di biodiversità urbana cresciuta per caso, da quando l’istituto fondato nel 1843 per la «correzione ed emendamento delle minorenni traviate» venne abbandonato a metà degli anni Settanta.
Quando nel ’93 la casetta del custode venne occupata, gli attivisti del Prinz decisero di non organizzare mai attività nel giardino per preservarne l’ecosistema.
«In origine era utilizzato per gli orti dell’istituto, quando siamo arrivati noi era già lasciato a sé stesso da una ventina d’anni, ma era ancora un normale giardino cittadino», racconta Alda Re, una delle storiche occupanti del Prinz Eugen. «Per noi è stato naturale decidere di non farci entrare persone che l’avrebbero rovinato e così negli anni ha iniziato a diventare un “giardino boscoso”: si sono moltiplicate le specie di erbe, fiori e alberi e hanno nidificato uccelli di tutti i tipi che in città non ci sono, fino a quando è stato avvistato il falco pellegrino che prima cacciava nella zona delle Ogr poi riqualificate».
L’evoluzione è stata documentata nel tempo da ornitologi e naturalisti, al giardino è dedicato un sito web (giardinoboscoso.wordpress.com).
Secondo chi l’ha vissuto in questi anni, sono presenti insetti impollinatori, lucertole, lumache, libellule e farfalle. Ci sono nidi o rifugi di cuculi, rondini, rondoni, gazze, cinciallegre, zigoli, passeri, pipistrelli. Sono state censite 84 specie arboree. Tanto che gli occupanti avevano proposto al Comune un progetto alternativo: trasformare in un giardinetto tradizionale il controviale tra via Santa Chiara e via Moris e preservare la natura selvatica del Giardino Boscoso «realizzando soltanto una passerella per poterlo osservare e organizzando visite per le scuole o ricerche universitarie». Una scelta simile al molto più piccolo «Jardin Sauvage Saint-Vincent» salvato a Parigi nel quartiere di Monmartre.

Ad oggi non si sa quale sarà il destino del “Giardino Boscoso”, così vicino a piazza Statuto, una zona dove mancano aree verdi.
Appartiene alla Città di Torino, ma la riqualificazione spetta all’impresa di costruzioni Cogefa che a fine luglio dello scorso anno ha trasferito la sua sede nell’immobile del Buon Pastore ottenuto in concessione per 99 anni.
Secondo il Comune, al momento attuale non ci sono nemmeno le condizioni di sicurezza per una visita. Tutto fa pensare che non sarà riaperto presto.
Potrebbe essere riqualificato con scivoli e altalene, vialetti e panchine, sacrificando questo raro patrimonio naturale in ambito urbano. Oppure potrebbe essere affidato a chi prenderà la casetta del custode, l’unica che ha l’accesso diretto. Il Comune per ora non si esprime. Nel frattempo gli ex occupanti del Prinz hanno già preso contatti con altri comitati a difesa del verde cittadino, dal Meisino alla Pellerina, per intervenire nel caso si rendesse necessario.

Autore: Chiara Sandrucci

Fonte: torino.corriere.it 24 mag 2025

Data compilazione scheda: 24 maggio 2025
A cura di DMF
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