TORINO. Obelisco di piazza Crimea
Monumento elevato a ricordo dell’intervento del Regno di Sardegna nella guerra di Crimea.
Il primo giugno del 1892 è stato inaugurato, alla presenza del re Umberto I (1844-1900), il monumento per la celebrazione della spedizione di Crimea, opera dello scultore Luigi Belli (1844-1919).
Intenzione della Società dei reduci, fondata nel 1878 a Torino, Milano e Genova, fu quella di celebrare l’evento che proiettò il regno di Sardegna alla ribalta del contesto politico internazionale attraverso i suoi protagonisti: non solo il primo ministro Cavour (1810-1861), che aveva stretto l’alleanza con Francia ed Inghilterra per difendere l’integrità dell’impero ottomano dalle mire espansionistiche russe, e il re Vittorio Emanuele II (1820-1878) che aveva caldeggiato il conflitto; ma specialmente il generale Alfonso Lamarmora (1804-1878), capo del corpo di spedizione di 18.000 uomini partito il 14 aprile 1855, e i 2.300 caduti (in verità più per colera che in battaglia) che non fecero ritorno dall’impresa nel giugno 1856.
Il monumento è un obelisco che si eleva sopra un area lievemente inclinata, circondata da un’aiuola, su cui poggia il basamento rivestito da blocchi di granito rosa. Sopra il basamento, una piattaforma accoglie un gruppo scultoreo, in marmo bianco, composto da tre figure con ai lati due trofei. Al centro troviamo un’imponente figura femminile, con elmo, corazza e manto simbolo della vittoria del Piemonte; a sinistra e a destra un marinaio ed un bersagliere che rappresentano la marina e l’esercito.
Alle loro spalle, lo zoccolo del piedistallo è decorato dai quattro stemmi in bronzo che si riferiscono alle nazioni alleate con il Piemonte durante la guerra di Crimea.
Il dado, anch’esso in bronzo ornato da palme, è formato, da due bassorilievi, che ricordano la battaglia della Cernaia e l’assedio di Sebastopoli, e di un fregio composto di stelle. Da ultimo, l’obelisco in granito a memoria dell’impresa militare.
Iscrizione:
Fronte: A/RICORDO/DELLA SPEDIZIONE DI CRIMEA/MDCCCLV-MDCCCLVI.
Lato sinistro: A GLORIFICARE/IL GRAN RE E IL GRAN MINISTRO/IDEATORI DEL FECONDO ARDIMENTO/E IL DUCE IMPAVIDO/E IFORTI CHE MORENDO AFFRETTARONO/MA NON VIDERO IL NOSTRO RISCATTO/I MEMORI COMPAGNI QUI VENNERO/NEL CINQUANTENARIO DELLA CRIMEA/XV AG. MCMV RE D`ITALIA VITTORIO EMANUELE III.
Retro: RE, PRINCIPI/ESERCITO, ARMATA/MUNICIPI, CITTADINI/ERESSERO MDCCCLXXXXII
Altezza m 18,00, larghezza m 9,00.
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