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TORINO. PALAZZO DEL LAVORO, via Ventimiglia 221

Punto di forza

Il Palazzo dell’Esposizione Internazionale del Lavoro, fa parte delle costruzioni realizzate per la celebrazione del centenario dell’Unità d’Italia, «Italia ’61».

Da allora il Palazzo del Lavoro, per la semplicità e la leggibilità strutturale è un simbolo della modernità, dell’innovazione tecnologica e costruttiva italiana degli anni ’60.

In occasione della mostra sul lavoro per Expo 61, nel 1959 fu indetto un appalto-concorso per la costruzione di un grande padiglione nella zona d’espansione a sud di Torino limitrofa al Po. Vi parteciparono sei imprese ed il concorso fu vinto dal team dell’ingegner Pier Luigi Nervi con il figlio Antonio e l’ingegnere Gino Covre.
La scelta della commissione ricadde sull’unica opera che, utilizzando una soluzione modulare, poteva essere realizzata in tempi brevi. Il cantiere iniziato nel febbraio del 1960 fu concluso a fine dicembre. Nel bando di concorso  era anche previsto lo sviluppo per una destinazione alla fine dell’esposizione; Nervi progettò un centro sportivo che purtroppo non sarà preso in considerazione.

Il progetto del padiglione espositivo riprende le caratteristiche delle grandiose costruzioni realizzate per Esposizioni Universali ottocentesche con l’utilizzo di grandi pareti in ferro e vetro traducendole in forma razionalista.

L’edificio è un parallelepipedo a base quadrata di 158 metri di lato per 26 metri di altezza, e la struttura è caratterizzato principalmente da  16 moduli prefabbricati.

Con i criteri d’industrializzazione il cantiere è velocissimo, ogni 10 giorni viene assemblato un pilastro e nel frattempo le travi della copertura realizzate in officina vengono trasportate in cantiere e montate.

Ogni modulo che misura 38 metri per lato, è costituito da un pilastro centrale di 20 metri, rastremato verso l’alto,  su cui sono montate a raggiera venti travi di acciaio a sostegno della copertura. Ogni modulo è intervallato da lucernari in vetro che, esaltando con giochi di luce la struttura, aumentano ulteriormente la luminosità interna.

Le pareti esterne sono vetrate, rette da montanti in acciaio; sui lati est,sud,ovest dell’edificio sono completate da un sistema di lamelle metalliche frangiluce orientabili.

All’interno si presenta come una grande piazza coperta, con la sola presenza dei 16 pilastri, spazio indispensabile per l’organizzazione di spazi espositivi flessibili. Lungo il perimetro interno corrono delle ampie balconate in cemento armato disposte su tre piani con solai a nervature isostatiche.

Nel 1962 lo studio Nervi fu incaricato del progetto di trasformazione per la realizzazione del centro professionale dell’ONU, Bureau International du Travail,  i cui locali saranno utilizzati sino agli anni ’80.

Il Palazzo del Lavoro fu in parte utilizzato anche per eventi fieristici, esposizioni di moda, mostre, sede distaccata universitaria, centro cartografico e altre sporadiche destinazioni, ma a causa degli elevati costi di manutenzione e messa a norma inizierà l’abbandono ed il successivo degrado.
Il punto di forza che negli anni ’60 lo aveva decretato come: “straordinario per le dimensioni, l’innovazione tecnologica e costruttiva”, diventa il dilemma che assilla da anni gli amministratori di Torino alla ricerca di una nuova destinazione.
Negli anni si alternano assenza di strategie ed usi impropri, così il biglietto da visita di Torino, per chi arriva da sud è purtroppo un “monolito degradato”.

Durante i festeggiamenti per il 150 anni dell’unità nazionale l’edificio viene “nascosto” con teli del tricolore Italiano.

Nel 2000 uno studio di fattibilità condotto dall’architetto Aimaro Isola su incarico della Provincia, prevede la trasformazione  in Science Center ma per mancanza di fondi il progetto non decolla.
Nel 2007 il Demanio cede l’immobile ad una società di sviluppo immobiliare per trasformarlo in centro commerciale, ma nel 2012 il TAR blocca il progetto in seguito al ricorso della società di gestione del vicino centro commerciale  Lingotto.
Nel 2021, Cassa Depositi e Prestiti diventa unico proprietario, che vede in Torino e nel Palazzo del Lavoro un’area cruciale per l’innovazione italiana.
Situato in un’area strategica di Torino, l’edificio è al centro di due importanti progetti di rilancio con la riqualificazione di Piazza Bengasi e la futura Città della Salute.
Una recente ipotesi prevederebbe la realizzazione di un Polo Culturale della Ricerca e della Tecnologia, che metta in mostra la vocazione innovativa e tecnologica di Torino.
In attesa che ciò accada è stato avviato un “cantiere studio” per il recupero delle parti danneggiate dell’edificio e la sua messa in sicurezza con un investimento iniziale di 2 milioni di euro.

Eventi caratteristici

Nel febbraio 2025 il sindaco Lo Russo chiede alla proprietà, Cassa Depositi e Prestiti, di accelerare i tempi della riqualificazione ed annuncia che “entro la fine dell’anno potrebbero esserci sviluppi significativi”.

Speriamo possa essere il momento decisivo per dare nuova vita al Palazzo del Lavoro.

Data compilazione scheda: 13 febbraio 2025
A cura di FSM
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