AISONE (CN). Riserva naturale Grotte di Aisone
La Riserva tutela un sito archeologico del Neolitico che rappresenta la più antica testimonianza della presenza umana in Valle Stura. Dal punto di vista naturalistico la piccola area protetta è significativa per la flora e l’avifauna che si possono osservare percorrendo un sentiero naturalistico attrezzato.
La riserva naturale, istituita nel 2019, è gestita dall’Ente Aree protette Alpi Marittime che ha realizzato il Sentiero delle Grotte segnalato e attrezzato con pannelli. Il tempo di percorrenza è di circa 2 ore e l’itinerario ha inizio dalla Taverna delle Grotte, all’interno dell’abitato di Aisone, i cui allestimenti costituiscono un’introduzione alla visita del sito archeologico con pannelli informativi e con la riproduzione del riparo sottoroccia 10, che era posto a un’altitudine di 884 metri, dove gli archeologi hanno rilevato tracce di un insediamento risalente a 7.000 anni fa.
Nel V millennio a.C. la copertura boschiva era dominata da pino e quercia, utilizzata anche come combustibile all’interno del riparo. In esso vi sono impronte di buche scavate per l’inserimento di pali lignei e aree a fuoco testimoniano una sistemazione prolungata nel tempo a scopo abitativo. Tre buche di forma ovale e scarsa profondità contenevano semi combusti di orzo e farro, specie rustiche e resistenti. La scelta e la raccolta di specie selvatiche costituiva una parte significativa dei sistemi di sostentamento della comunità. La caccia era la principale strategia di sussistenza, come testimoniato dalla predominanza di specie selvatiche di cervo e capriolo tra i resti ossei conservati.
Vasi profondi e scodelle a bocca rotonda e quadrata in impasto grossolano testimoniano una lavorazione della ceramica sul posto. Le comunità neolitiche, adattandosi alle risorse locali, sviluppano efficienti sistemi di approvvigionamento di pietra verde (ofioliti, rocce metamorfiche caratterizzate da un colore sui toni del verde, reperibili principalmente sulle Alpi occidentali e l’Appennino ligure), selce e quarzo. L’osso e il corno, usati per ricavare strumenti, manici e ornamenti, provengono quasi esclusivamente da cervo e stambecco.
La Riserva è di notevole interesse naturalistico: le pareti rocciose dell’area ospitano una piccola colonia di taccole, non comune in ambiente alpino. Tra i rapaci, oltre ai comuni gheppio e poiana, sono stati censiti nell’area l’aquila e il falco pellegrino. Nelle mezze stagioni camminando sul sentiero delle Grotte si possono osservare camosci, caprioli e cervi. La flora è tra gli elementi naturalistici di maggior rilievi con numerose specie di orchidee rare e altre specie anche di felci, poco comuni sulle Alpi.
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