VILLAFRANCA PIEMONTE (TO). Cappella di Santa Maria di Missione
La Cappella di Missione è la chiesa più antica di Villafranca Piemonte, con origini che risalgono all’alto Medioevo; conserva uno splendido ciclo di affreschi del 1430.
Gli scavi del 1999 hanno rivelato una struttura primitiva, e proprio davanti all’altare sono stati ritrovati gli scheletri di quattro uomini di alta statura, morti in circostanze violente. Presentano fratture al cranio e sono stati seppelliti in fretta, uno sopra l’altro, con uno dei corpi deposto a pancia in giù. Il dramma che li ha coinvolti rimane un mistero, testimoniato da misere ossa che raccontano un orrore sepolto nel tempo.
La Cappella di Missione a Villafranca Piemonte ospita uno dei più significativi esempi di arte gotica internazionale in Piemonte: il ciclo di affreschi di Aimone Duce (Dux Aymo), realizzato intorno al 1430. Questi affreschi, oltre a valorizzare la cappella dal punto di vista estetico, offrono una preziosa testimonianza della cultura artistica del Quattrocento e dell’influenza della corte dei Savoia sulla pittura dell’epoca.
Il ciclo pittorico si suddivide in due settori principali: sulla parete sinistra sono rappresentati i sette vizi capitali, un tema ricorrente nell’iconografia medievale, mentre la parete di fondo presenta scene religiose, tra cui la Deposizione.
Questi affreschi riflettono le nuove tendenze artistiche emergenti in Italia nel Quattrocento.
La parete sinistra, con la sua raffigurazione dei vizi, è particolarmente significativa per la potenza con cui i vizi sono incarnati da figure umane e animali, creando un allegorismo che conferisce alla pittura una qualità narrativa. L’affresco di Accidia ritrae una donna pigra, con sguardo vuoto, mentre Ira è dipinta come una figura tormentata che si trafigge con un pugnale, espressione di violenza interiore resa con grande precisione. La scena sembra riflettere un realismo quasi “scientifico”, come se l’artista avesse osservato con distacco le tragiche manifestazioni della follia umana.
Oltre alla bellezza formale, questi affreschi rappresentano una riflessione sull’uomo, i suoi vizi, le sue debolezze e la sua lotta con la moralità, rimanendo una delle testimonianze più affascinanti del gotico internazionale ed un simbolo dell’evoluzione dell’arte rinascimentale in Piemonte.
Per approfondire: https://archeocarta.org/villafranca-piemonte-to-cappella-missione/
LEGGENDA
Un angolo affascinante della Cappella di Missione è legato ad una leggenda popolare che circola da secoli, tramandata di bocca in bocca.
Sulla parete esterna nord della cappella, si trova un blocco di marmo che sembra nascondere un segreto. La storia racconta di una donna povera che, giunta in preghiera davanti all’immagine della Madonna, si trovò a versare le sue lacrime di miseria e speranza. Mentre pregava con fervore, la Madonna, ascoltando la sua sofferenza, operò un miracolo: dal blocco di marmo cominciò a trasudare olio, sufficiente per sfamare e risollevare la povera donna.
Ma la vicenda non finisce qui. La donna, presa dall’euforia e dalla disperazione di una vita segnata dalla povertà, decise di vendere l’olio miracoloso per trarne profitto. Fu così che, spinta dalla cupidigia, trasgredì il gesto sacro e il dono divino che le era stato fatto. La sua azione, mossa dal desiderio di guadagno, non passò inosservata agli occhi della Madonna. Il suo cuore, che un tempo si era aperto alla compassione, ora si chiuse alla sua preghiera.
Come risultato della sua ingratitudine, la Madonna la privò della grazia ricevuta, e la donna perse per sempre il favore divino. Così, dalla generosità della Vergine era nata una lezione: la ricompensa celeste non va mai sfruttata per guadagno materiale, ma deve essere vissuta con rispetto e gratitudine.
Il marmo, ormai muto e senza l’olio miracoloso, rimase lì a testimoniare l’incanto e la punizione, un ricordo indelebile che ancora oggi affascina chiunque si avvicini alla cappella.
Per visitare la Cappella di Santa Maria di Missione a Villafranca Piemonte, è necessario prenotare tramite l’app gratuita “Chiese a porte aperte”. Questa applicazione consente l’accesso autonomo all’edificio, offrendo una visita guidata attraverso una narrazione automatizzata.
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