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AGLIÈ (TO). Il Castello ducale

Agliè. Galleria
Agliè. Teatrino
Agliè. Fontana
Il castello di Agliè nel Theatrum Sabaudiae
Punto di forza

Il Palazzo Ducale di Agliè è una delle residenze sabaude della Corona delle Delizie ed è riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’umanità dal 1997.
Castello di origini medievali, ricostruito nel Seicento e riadattato fino all’Ottocento. Conserva suggestivi saloni interni ricchi di arredi e reperti ed uno scenografico parco.

La residenza sabauda si sviluppò a partire dalla metà del ‘600, per volere di Filippo San Martino d’Agliè, che era diventato il favorito della prima Madama Reale Cristina di Francia, su un precedente nucleo fortificato, già di proprietà della famiglia dal 1259.
Il cantiere, avviato dal 1642, si modificò nel corso del tempo anche dopo la morte di Filippo, avvenuta nel 1667.
Nel 1646 il conte Filippo attuò la prima vera e propria trasformazione, attribuibile all’architetto Amedeo di Castellamonte, con la realizzazione di due gallerie parallele per inquadrare il cortile e la costruzione della cappella interna di San Massimo.
Si possono riconoscere cinque fasi costruttive principali per il palazzo, dal XIII al XIX secolo, e due per il parco, dalla seconda metà del ‘700 alla metà dell’800.
Rimangono costanti la presenza di due corti interne e l’affaccio dell’edificio sul giardino a cui si collega con una scalinata a due rampe.
Nel 1763 il castello fu acquistato dai Savoia come appannaggio del secondogenito di Carlo Emanuele III, Benedetto Maurizio, duca del Chiablese: fu intrapreso un nuovo grandioso progetto di riqualificazione del complesso ad opera dell’architetto Ignazio Birago di Borgaro.
Il borgo stesso fu coinvolto nel vasto programma di rinnovamento, con l’edificazione dell’attuale parrocchiale, collegata al castello da una galleria coperta a due piani, tuttora esistente.
Durante l’occupazione napoleonica del Piemonte (1802-1814) la residenza subì gravi danni: venne spogliata di gran parte dei preziosi arredi e trasformata in ricovero di mendicità.
Nel 1823 rientrò nei possedimenti reali e due anni dopo ebbe inizio l’ultimo intervento di aggiornamento degli appartamenti, voluto dal re Carlo Felice. Il castello venne riarredato dagli artisti di corte; lo scultore Giacomo Spalla allestì la Sala Tuscolana, ove sono tuttora collocati i reperti archeologici romani rinvenuti nella villa Rufinella presso Frascati, proprietà di Carlo Felice e della moglie Maria Cristina.
Nel 1849, alla morte di Maria Cristina, il Castello passò in eredità a Carlo Alberto che lo diede in appannaggio al figlio cadetto Ferdinando, primo duca di Genova, al quale sono dovuti i nuovi allestimenti con le collezioni etnografiche e molti reperti cinesi frutto dei viaggi in Oriente del figlio Tommaso.
Venduto allo Stato nel 1939, il castello è stato destinato a museo di sé stesso, lasciandone immutate strutture e arredi.
Il parco circonda il palazzo, ha un’estensione di 320.000 mq e si sviluppa su tre livelli con muri di sostegno, grotte e fontane tra cui una ad emiciclo con il complesso statuario dei fratelli Collino, rappresentante “La Dora che versa le sue acque nel Po“.
Nella seconda metà dell’Ottocento fu riallestita la Galleria Verde e risistemato il parco.

Negli ambienti interni, gli aggiornamenti ottocenteschi hanno in gran parte cancellato le testimonianze della prima fase decorativa, a parte il grande salone di “Re Arduino” dove il Bertolotti ha individuato nell’affresco celebrativo del soffitto la firma dei Recchi e la data 1665, così come nella cappella di San Massimo gli stucchi seicenteschi hanno un’elevata qualità, anche se l’aspetto attuale è dovuto agli aggiornamenti voluti da Carlo Felice. Di questa fase resta il Teatrino, realizzato nello spazio destinato ad una seconda cappella dedicata a San Michele, mai realizzata.
Suggestive le Gallerie e le stanze del piano nobile, finemente arredate.

Bibliografia completa in:
– AA.VV.: Il Castello di Agliè. Alla scoperta della Cappella di San Massimo. A cura di D. Biancolini e M.G: Vinardi. CELID 1996

Data compilazione scheda: 12 aprile 2025
A cura di PF
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