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AVIGLIANA (TO). La chiesa parrocchiale dei Ss. Giovanni Battista e Pietro

La facciata della chiesa di san Giovanni e Pietro

Il campanile della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (disegno di Giancarlo Vinassa)
Affresco nell’ingresso raffigurante s. Bernardino da Siena, predicatore instancabile
Pulpito ligneo del XVI sec. da cui parlò don Bosco nel 1840
Dipinto del Defendente Ferrari - Polittico della Natività (1511)
Punto di forza

La chiesa venne fondata nel 1284 ed eretta in parrocchia nel 1324, in sostituzione della chiesa di San Pietro; la facciata ed il campanile conservano l’aspetto originario, mentre l’interno nelle sue forme attuali è il risultato di vari rimaneggiamenti avvenuti nel Settecento.

La chiesa venne fondata nel 1284 ed eretta in parrocchia nel 1324, in sostituzione della chiesa di San Pietro; la facciata ed il campanile conservano l’aspetto originario, mentre l’interno nelle sue forme attuali è il risultato di vari rimaneggiamenti avvenuti nel Settecento.
Al centro della facciata asimmetrica si apre il portale con capitelli in pietra, la ghimberga ed il rosone in cotto: termina con una fila di cotto; il campanile gotico del XV secolo è a pianta rettangolare e termina con una cuspide piramidale: sui due lati corti della torre si aprono delle bifore, sui lati lunghi delle trifore.
L’interno è preceduto da un atrio a pianta trapezoidale, diviso in due campate con volta a crociera ed archi ogivali; a sinistra, resti di un affresco della Madonna col Bambino e tre santi; a destra, affreschi del XV secolo, che raffigurano santi; nell’interno barocco a navata unica sono presenti tavole dipinte ed attribuite a Defendente Ferrari ed alla sua cerchia: al secondo altare a destra il Polittico dei Santi Crispino e Crispiniano, detto “Madonna della Mercede (1535); tra il terzo e quarto altare a destra, il Trittico di San Gerolamo: nel presbiterio tavole raffiguranti i Santi Lucia e Nicola, i Santi Sebastiano e Rocco, Sant’Antonio Abate, San Cristoforo; al quarto altare a sinistra il Polittico della natività (1511); al primo altare a sinistra, Trittico con tre Santi e il donatore; al primo altare a destra, la Pala di sant’Orsola, attribuita al pittore Girolamo Giovenone.
Tra il terzo e quarto altare a sinistra, si trova un pulpito ligneo di un maestro franco-tedesco della prima metà del XVI secolo. Da questo pulpito Don Bosco ancora diacono parlò nell’ottobre 1840, in occasione della Madonna del Rosario, invitato dall’amico Francesco Giacomelli di Avigliana che, trasferitosi poi a Torino, rimarrà il suo confessore personale fino alla morte nel 1901.
Nella chiesa di San Giovanni si trovano le spoglie del Beato Cherubino Testa, nostro patrono, monaco agostiniano di Avigliana. Verso il 1230 veniva a stabilirsi in Avigliana la nobile famiglia di Giovanni Testa, originaria del Monregalese, proprio nella casa con torre merlata all’ombra della Torre dell’orologio, poi così denominata. Probabili vassalli dei Savoia assurgono ad importanti ruoli nella storia aviglianese fino ad arrivare ad un Filippo Testa che, sposo di Lucrezia, ha un unico figlio, nel 1451, a cui attribuiscono il nome di Cherubino. Questi, dopo la fanciullezza, si dedica a opere di carità e successivamente viene formato teologicamente e spiritualmente nel convento di Sant’Agostino, elevato sulle pendici del monte Piocchetto, anche col contributo della famigli Testa. Abbracciata ben presto la vita religiosa, Cherubino vestì l’abito degli Eremitani di Sant’Agostino. Qui condusse, sino alla fine della sua breve esistenza, un’austera vita di mortificazione e santità. Si spense, ventottenne, il 17 settembre 1479 nello stesso convento aviglianese. Alcuni prodigi verificatisi dopo la sua morte favorirono l’immediata affermazione del culto in suo onore, conservatosi sempre vivo nel tempo e tutt’oggi ancora molto sentito dalla popolazione autoctona di Avigliana. Va ricordata l’opera per la sua canonizzazione di Don V. Alasonatti, che abbiamo già conosciuto, con interessamento diretto di Don Bosco di ritorno da Roma.

Data compilazione scheda: 7 ottobre 2025
A cura di Silvio Amprino, presidente dell'Associazione Amici di Avigliana
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