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AVIGLIANA (TO). Museo Elsa Veglio Turino, presso Chiesa Santa Maria Maggiore in Borgo Vecchio

Il complesso della chiesa di santa Maria Maggiore in Borgo Vecchio

Il Cristo vuoto, di Elsa Veglio Turino
Opere di Elsa Veglio Turino, nel giardino della chiesa.
Punto di forza

Le opere scultoree di Elsa Veglio Turino sono state musealizzate presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore in Borgo Vecchio.
Il capolavoro dell’artista, il Cristo Vuoto, oggi conservato insieme al resto della collezione presso la chiesa di Santa Maria Maggiore di Avigliana, ha portato Elsa Veglio Turino all’attenzione della critica.

Elsa Veglio Turino nasce a Torino nel 1921. Durante la sua infanzia, il padre avvia assieme al fratello una piccola industria che nel giro di pochi anni si trasforma nella seconda fonderia più grande d’Italia: la fonderia Veglio.
Elsa Veglio Turino trascorre la propria giovinezza a Pecetto Torinese, comune non lontano dal capoluogo piemontese. Sposa negli anni quaranta l’ingegner Riccardo Turino, dal quale ha due figli. In un clima di felicità e benessere Elsa Veglio Turino si dedica completamente alla famiglia. La Fede ricopre un ruolo centrale nella sua vita. La mamma dell’artista, di origine pugliese, molto legata alla figura di Padre Pio, trasmette la stessa passione e la stessa dedizione nei confronti del Santo anche alla figlia. La grande dedizione per il Santo di Pietrelcina, porta la giovane donna a recarsi spesso a San Giovanni Rotondo per incontrarlo di persona e ricevere consigli e benedizioni.
Spinta da un forte impulso creativo, ma priva di qualsiasi formazione accademica, inizia a creare e plasmare la plastilina. Secondo i racconti e la memoria della figlia Manuela, Elsa Veglio Turino inizia a creare ed a sagomare la materia nel giro di pochissimo tempo. La sua prima creazione raffigurante una testa di Cristo venne realizzata utilizzando il pongo, materiale colorato a base di cera con cui giocavano i suoi figli, e degli stecchini di legno.
Successivamente l’artista esegue una serie di “teste” ritraenti il volto di Cristo durante le tappe della Via Crucis e le dona a Padre Pio, sua guida spirituale. Le prime teste di gesso vengono offerte dall’artista al Santo, il quale in seguito la invita a continuare il lavoro aggiungendo ad esse anche i corpi.
Non avendo alcuna formazione accademica, Elsa Veglio Turino osserva in alcune occasioni il lavoro dello scultore Pietro Canonica, ormai anziano, dal quale apprende velocemente (ed esclusivamente) alcuni accorgimenti tecnici e pratici per la lavorazione della materia.
Nel giro di pochissimo tempo, memore delle parole del Santo, realizza in gesso a grandezza naturale sette stazioni su quattordici della Via Crucis e ad ogni creazione affida un messaggio ed un valore spirituale.
Il capolavoro dell’artista, il Cristo Vuoto, oggi conservato insieme al resto della collezione presso la chiesa di Santa Maria Maggiore di Avigliana, ha portato Elsa Veglio Turino all’attenzione della critica. La scultura venne presentata per la prima volta in occasione della mostra personale tenutasi presso la Galleria La Cassiopea di Torino nel febbraio 1972.
Diversi stili accompagnano le sculture di Elsa Veglio Turino. Essi non sono ragionati o studiati, ma eseguiti dalla mano dell’artista secondo l’impulso e lo stato d’animo al momento dell’esecuzione: è per tale motivo che alcune statue si avvicinano maggiormente ad uno stile classico, altre risultano più realistiche ed altre ancora presentano un dirompente espressionismo.
Negli anni ’70 del Novecento Elsa Veglio Turino rimane vedova e da questo momento perde l’impulso creativo. A 56 anni è colpita da ictus che la costringe alla paralisi. Nello sconforto e nella rassegnazione vive ancora nove anni per poi spegnersi nel 1986.

Tutto ciò che l’artista ha fatto e creato nella sua vita è legato alla Fede, alla Chiesa ed a Dio. Attraverso la scultura Elsa Veglio Turino ha voluto dimostrare tutto il suo amore nei confronti del Signore, sua fonte d’ispirazione.
Nell’esecuzione dei personaggi l’artista usa come modelli familiari ed amici; spesso il volto del Cristo è il volto di suo marito, le mani che scolpisce sono le sue stesse mani, i giovani corpi femminili si ispirano ai corpi della figlia Manuela e della sorella Laura.
Le figure che realizza sono vere, esprimono l’animo con immediatezza ed evidenza. Il verismo espressionistico si mescola allo stile classico dando vita a scene solenni, sentimentali e dalla profonda spiritualità.
Le uniche fonti storiche cui si è potuto fare riferimento riguardo all’attività di artista e scultrice di Elsa Veglio Turino, sono state la presentazione della mostra alla Galleria “Cassiopea” di Via Cavour in Torino tenutasi l’8 febbraio 1972, redatta da Adalberto Rossi ed un articolo tratto da “La Stampa” di venerdì 11 febbraio 1972 scritto da Marziano Bernardi.

Info:

Il museo è visitabile durante gli eventi che si svolgono nella chiesa nel periodo maggio-ottobre (Concerti della stagione “Avigliana insieme” – Programma disponibile sul sito web www.vitaepace.it).
Per prenotazioni visite di gruppo scrivere mail a info@vitaepace.it .

Data compilazione scheda: 8 novembre 2025
A cura di Luigi Marengo - Centro Culturale Vita & Pace odv
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