CARPIGNANO SESIA (NO). La ex-chiesa di san Pietro in castello
Nel cuore del centro storico di Carpignano Sesia sorge un monumento importante dal punto di vista storico e da quello artistico: la ex chiesa di san Pietro “in castello”.
Si tratta di un edificio dalla storia millenaria: fu infatti fondata esattamente 10 secoli or sono dai conti di Pombia, i funzionari imperiali che amministravano e controllavano a quell’epoca tutto il territorio novarese, valsesiano, cusiano e ossolano.
Verso la metà del secolo XII, la chiesa di san Pietro fu donata (per iniziativa di papa Innocenzo II) all’ordine benedettino di Cluny, entrando così a far parte di una vera e propria rete di chiese, priorati ed abbazie estesa a tutta l’Europa occidentale (Francia, Spagna, Svizzera, Italia settentrionale).
Dalla bolla del 7 settembre 1184, emanata da papa Lucio III in Verona, apprendiamo che i cluniacensi in Carpignano possedevano non solo la chiesa di San Pietro nel castello e le sue pertinenze, bensì anche la chiesa ubicata nel villaggio (ecclesiam eiusdem oppidi: la futura parrocchiale di Santa Maria), la chiesa di Santa Maria di Lebbia lungo la strada Biandrina (denominata allora ecclesia sancte Marie de Olgieto) e infine la chiesa di Sant’Agata sulla strada conducente al guado della Sesia (ecclesia sancte Agathe de Messa), nonché alcuni mansi, ossia aziende agricole con servi.
La proprietà fondiaria della casa monastica nel paese assommava ancora in età moderna a oltre 2650 pertiche novaresi. Proprio il sacerdote che officiava in San Pietro di Carpignano, nominato dai priori cluniacensi, dovette essere stato vincolato nel 1177 da papa Alessandro III all’obbedienza verso il vescovo novarese Bonifacio, dalla quale si riteneva prosciolto in virtù del versamento del censo alla sede apostolica.
Dopo una lenta decadenza tra il secolo XV e il secolo XIX, San Pietro sarebbe stata sconsacrata e venduta a privati nella seconda metà dell’800, a seguito delle leggi di soppressione degli enti ecclesiastici del 1866 – 1867.
Solo in anni recenti è iniziata una lenta opera di recupero dell’edificio, passato nel frattempo in proprietà dell’amministrazione comunale; i primi interventi già hanno messo in luce preziosi affreschi del secolo XII, nei quali paiono evidenti influssi della pittura coeva della regione di Salisburgo.
All’interno del san Pietro di Carpignano è tornato in luce, con i recenti restauri, un vero e proprio tesoro artistico: gli splendidi affreschi dell’abside centrale, eseguiti negli anni dal 1140 al 1160. Si tratta di un’opera pittorica unica (nello stile e nei contenuti teologici e dottrinari) non solo nel Novarese o in Piemonte ma, come recenti studi hanno sottolineato, in tutta l’Italia del Nord e con pochi termini di confronto anche in Europa.
La chiesa è a tre navate di quattro campate ciascuna, concluse da tre absidi verso est. La navata centrale ha una larghezza quasi doppia rispetto alle due laterali.
I pilastri fra gli archi longitudinali della navata centrale presentano strutture differenti fra loro: i tre sul lato destro hanno infatti una struttura cruciforme, con lesene addossate ai quattro lati, quelli sul lato sinistro (ad eccezione dell’ultimo) presentano una semplice struttura parallelepipeda. La differenza strutturale è forse dovuta ad un progetto iniziale, poi abbandonato, di copertura della navata centrale con volte a crociera.
Dopo la ricostruzione gotica, la navata centrale è coperta con tetto a vista. Le volte sulle navatelle risalgono invece all’età barocca, ad eccezione di quella sull’ultima campata della navatella sud, che è contemporanea alla costruzione della chiesa (prima metà dell’XI secolo).
L’abside centrale fu decorata verso la metà del XII secolo da un notevole ciclo di affreschi, rappresentante nel catino il Cristo in trono affiancato dall’apostolo Pietro (che gli restituisce alla fine dei tempi le chiavi della Chiesa) e da una figura femminile che personifica la Chiesa come madre.
Un’iscrizione latina, conservata solo in parte, accompagnava e commentava la scena.
L’arco trionfale è dipinto con una scena marina, nella quale si affollano pesci, mostri marini, una sirena e alcune figure umane.
Nel tamburo (la fascia centrale della parete absidale) sono raffigurati gli apostoli nell’atto di adorare e indicare ai fedeli la Croce, presentata al centro della scena da Pietro e Paolo.
Sul terzo arco di destra della navata centrale, un affresco di fine ‘300 o inizio ‘400 di pittore forse lombardo raffigura a vivaci colori l’Annunciazione, mentre all’interno dei due pilastri sottostanti si vedono le figure di sant’Antonio abate e di santa Dorotea.
Sul primo pilastro destro della navata è affrescata una santa Caterina da Siena, opera di pittore novarese della fine del ‘400, forse vicino a Tommaso Cagnoli.
Sul terzo pilastro sinistro della navata un affresco quattrocentesco rappresenta san Giovanni Battista, mentre nella seconda campata della navata nord restano le tracce di un dipinto della seconda metà del ‘400 raffigurante san Rocco con alcuni devoti e pellegrini.
Le tre absidi della chiesa di San Pietro, corrispondenti alle tre navate dell’interno, si affacciano verso est sul vicolo Carducci. L’abside centrale è la meglio conservata: la superficie esterna è scandita da lesene verticali in sette specchiature, coronate in alto da coppie di archetti pensili secondo il tipico stile romanico lombardo del secolo XI.
Le murature originali, della prima metà dell’XI secolo, sono in ciottoli di fiume misti a frammenti di laterizi, quasi sempre di recupero da edifici e manufatti di epoca romana.
Le due absidi minori sono state manomesse in epoche diverse, soprattutto verso la fine dell’800, con l’apertura di porte e l’ingrandimento delle originarie monofore. L’abside nord (a destra di chi guarda) è stata anche sopraelevata con un locale sottotetto.
Al di sopra dell’abside maggiore, la parte alta della navata centrale (il cleristorio) presenta una muratura prevalentemente in mattoni e due finestre circolari, frutto di una ricostruzione avvenuta tra ‘200 e ‘300.
Sopra l’abside di sinistra (sud) doveva elevarsi in origine una torre campanaria a pianta quadrata.
Sei lesene verticali scandiscono la muratura del fianco nord della chiesa, con tracce della cornice superiore ad archetti pensili. Il muro di destra dell’androne conserva una porta ad arco acuto, tamponata, di epoca gotica, che permetteva l’accesso agli edifici monastici.
La facciata del San Pietro è stata in parte occultata e modificata da edifici che le si sono appoggiati in età moderna.
Modalità di accesso
La chiesa è accessibile da via Manzoni ed è visitabile in occasione di particolari eventi che ne prevedono l’apertura oppure su appuntamento. La pavimentazione in acciottolato potrebbe creare difficoltà di accesso a persone con disabilità.
Info:
Via Castello, 17, 28064 Carpignano Sesia
Fonte:
https://www.amicidelsanpietro.info/san-pietro
http://archeocarta.org/carpignano-sesia-no-chiesa-di-san-pietro/
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