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PAGNO (CN). Abbazia dei santi Pietro e Colombano

La facciata attuale della chiesa

La precedente facciata della chiesa
L'arcangelo Michele
Affresco all'interno dell'abbazia
Affresco all'interno dell'abbazia
Affresco all'interno dell'abbazia
Affresco all'interno dell'abbazia
Affresco all'interno dell'abbazia
Lastra tombale
La cripta longobarda
Punto di forza

L’insediamento monastico si innestò su una precedente comunità cristiana che già disponeva di una propria chiesa e di un cimitero.

L’insediamento monastico si innestò su una precedente comunità cristiana che già disponeva di una propria chiesa e di un cimitero. Nell’825 l’imperatore Lotario decideva la sua “unione” con il monastero della Novalesa, quindi di San Pietro di Breme.
Saccheggiata dai Saraceni, ha avuto in seguito fasi importanti e complesse di ricostruzione. La chiesa di Pagno dovrebbe essere stata ricostruita tra il 1026, anno in cui è menzionata soltanto una «cellam», ed il 1151, anno in cui è invece documentata una «ecclesiam Sancti Petri in Pagno».
Della antica fondazione monastica benedettina rimangono testimonianze di un certo rilievo, ma gravemente compromesse e di difficile lettura. Innanzitutto la chiesa abbaziale e la sua del tutto insolita trasformazione con l’inversione di facciata.
La chiesa conserva resti della facciata romanica verso il cimitero. Suddivisa da alte lesene in tre campi (corrispondenti un tempo alle tre navate, in cui si articolava l’interno) era ingentilita nella parte superiore da tre finestre con arco a tutto sesto, quasi poggianti su una fila di archetti pensili. Chiuso il grande portale centrale che era inserito in una cuspide gotica a ghimberga, vennero aperte due anonime finestre rettangolari ed un oculo ovale per dare luce all’interno. Fu anche murato il rosone centinato. Sempre su quella che era l’antica facciata, si intravedono i resti di un colossale dipinto dedicato a san Cristoforo secondo i canoni abbastanza diffusi in area cuneese.
Un massiccio campanile sovrasta la chiesa agganciandosi alla parte destra della facciata. È probabile che risalga, almeno nelle linee principali, all’XI secolo, poi rimaneggiato nel XIII secolo.
Sempre all’esterno della chiesa è caratteristico il piccolo affresco sulla navata destra, raffigurante una Crocifissione, ancora di gusto medievale.
Anticamente l’interno della chiesa era suddiviso in tre navate. La scansione architettonica originale è ormai perduta: le due navatelle laterali sono state chiuse per ricavare cappelle nelle quali si intravedono tracce di affreschi di età romanica e gotica. Tra questi ultimi emerge il bellissimo arcangelo Michele, opera pare di Hans Clemer.
Nella seconda cappella destra si conserva una lastra tombale quattrocentesca con la figura giacente di un priore del monastero, forse Antonio Pettenati da Verzuolo.
In una cappella vicina si trovano invece frammenti di una lapide longobarda. Secondo alcuni storici la lapide sarebbe stata dedicata alla regina longobarda Ansa e a Beatrice, figlia sua e di Desiderio, re dei Longobardi, benefattrici del monastero.
Particolarmente affascinante la piccola cripta, di spoglia e campestre semplicità, compatta ma anche vagamente leggiadra nella sua ingenua struttura architettonica caratterizzata da colonne in pietra appena squadrata. Sono colonnine monolitiche, molto rozze e simili a quelle della cripta di Borgo San Dalmazzo, anch’essa un tempo monastero benedettino.

Info:
Ente Turismo “Le terre del Marchesato” tel. 0175 240352
Via Chiesa – 12030 Pagno – tel. 0175 76302

Data compilazione scheda: 27 maggio 2025
A cura di DMF
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