TORINO. Piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina)
Se chiedi ad un torinese dov’è Piazza Carlo Emanuele II, ben pochi sapranno rispondere. A Torino, infatti, è nota come Piazza Carlina, nomignolo popolare attribuito al sovrano di casa Savoia.
La piazza, con il suo impianto barocco, la posizione strategica nel centro storico e la presenza di edifici di pregio, è oggi uno spazio urbano vivace e riqualificato. Ospita caffè, librerie, alberghi di lusso ed il celebre monumento a Camillo Benso di Cavour.
La piazza, creata durante il secondo ampliamento della città nel 1673, fu concepita come principale spazio pubblico della “città nuova” e punto di partenza per la costruzione del nuovo quartiere.
Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie di Carlo Emanuele II di Savoia incaricò Amedeo di Castellamonte di disegnare la pianta della piazza, inizialmente immaginata in forma ottagonale. Il progetto fu poi modificato, con una riduzione delle dimensioni, e venne realizzata nell’attuale forma quadrata.
Nel Settecento, da principale teatro della vita del ducato, la piazza fu trasformata in uno spazio urbano sede del mercato del vino e di generi poveri.
Durante l’epoca napoleonica fu ribattezzata Place de la Liberté e destinata alle esecuzioni pubbliche mediante ghigliottina (oltre 400 condanne capitali tra il 1800 e il 1814). Caduto il regime francese, la piazza tornò a chiamarsi col suo antico nome e vi si riprese la precedente attività fino a metà del XIX secolo, ma durante il periodo della restaurazione, divenne sede temporanea delle esecuzioni dei nemici dello Stato mediante impiccagione.
Nel 1872 fu eretto al centro della piazza il monumento a Cavour, opera di Giovanni Duprè, conferendole una nuova valenza patriottica,
Nel corso del Novecento, la piazza fu punto di riferimento per la comunità ebraica torinese e teatro di episodi significativi durante il periodo delle leggi razziali e l’occupazione nazifascista.
MONUMENTI E PALAZZI PRINCIPALI
• Statua a Camillo Benso di Cavour (1872), al centro della piazza.
• Chiesa di Santa Croce (1718), opera di Filippo Juvarra, oggi chiesa ortodossa romena.
• Palazzo Roero di Guarene, progettato da Castellamonte, danneggiato durante la guerra e oggi sede di un istituto di credito.
• Ex Albergo di Virtù (oggi NH Collection Carlina), edificio storico dedicato all’assistenza giovanile e dimora temporanea di Antonio Gramsci tra il 1919 e il 1921.
• Palazzo del Collegio delle Province.
• Ex Caserma Chiaffredo Bergia, divenuta nel Novecento sede della Guardia Repubblicana.
CURIOSITÀ
• Il nome “Carlina” deriva da un diminutivo popolare del nome Carlo Emanuele per i suoi presunti modi effeminati.
• Il monumento a Cavour, inaugurato l’8 novembre 1873, alla presenza di Vittorio Emanuele II e di tutte le autorità cittadine, fu accolto dalla disapprovazione generale e allo scultore Duprè furono mossi feroci attacchi, anche attraverso le pagine dei giornali, per la “deplorevole arditezza della figura dell’Italia mezza discinta, nonché dei nudi delle statue ed all’improprietà dell’abito togale dello statista”.
• Piazza Carlina fa parte dei cosiddetti “luoghi magici” di Torino, secondo la tradizione esoterica, per l’incrocio di presunte energie occulte.
• Goffredo Casalis, nel XIX secolo, criticò la presenza delle tettoie del mercato, che oscuravano la bellezza architettonica della piazza.
• Il NH Collection Carlina, oggi albergo di lusso, è un esempio virtuoso di riuso architettonico e ha ricevuto nel 2017 il premio “Architetture Rivelate”.
• Dai macabri spettacoli offerti dalla ghigliottina — che in 14 anni di dominazione francese tagliò 423 teste — la prima vittima fu una donna, nota come la “bela caplera” (la bella cappellaia, in piemontese).
BIBLIOGRAFIA
• Renzo Rossotti, Storia insolita di Torino, Roma, Newton Compton Editori, 2006
• Marziano Bernardi, Torino – Storia e arte, Torino, Ed. Fratelli Pozzo, 1975
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