CARMAGNOLA (TO). Abbazia di Casanova
Tra gli edifici religiosi più importanti del Piemonte, con nove secoli di storia, l’Abbazia di Casanova è un capolavoro di arte e storia immersa nelle campagne del Carmagnolese sulla direttrice della via Francigena.
Durante la metà del XII secolo l’ordine monacale cistercense ricevette dai Marchesi di Saluzzo i terreni su cui venne edificato un nuovo insediamento dedicato all’Assunzione di Maria Vergine e a San Michele di Casanova.
La data ufficiale è comunque il 1151, anno in cui papa Innocenzo III emanò un diploma col quale prese la nuova abbazia sotto la sua protezione.
Con l’impegno ed il lavoro dei monaci si trasformò in un importante punto di riferimento spirituale, sociale, politico ed economico della regione e oltreconfine.
Nella seconda metà del XVI secolo, il complesso assunse un potere talmente forte che i Savoia decretarono l’alienabilità del patrimonio ecclesiastico e buona parte delle ricchezze destinate a favore dell’abate, innescando dispute tra il potere politico e quello religioso per la sua nomina. Il più illustre abate di Casanova fu il principe Eugenio di Savoia, maresciallo d’Austria ed eroe della battaglia di Torino del 1706.
Nel 1642 Casanova subì un primo saccheggio da parte di soldati calvinisti, conclusosi con la distruzione di tutti i libri ecclesiastici, a cui ne seguì un altro nel 1693 da parte dei francesi.
A causa di un incendio il monastero fu demolito e poi ricostruito tra il 1743 e il 1753 su progetto di Giovanni Tommaso Prunotto, che realizzò un complesso a forma di quadrilatero con un chiostro a due piani fuori terra, in aderenza alla chiesa S. Maria di Casanova.
Nel 1792 Papa Pio VI decretò la soppressione del monastero, per cui la chiesa abbaziale divenne parrocchia, e contemporaneamente Vittorio Amedeo III ebbe la facoltà di disporre liberamente dei beni dell’abbazia stessa che divenne una dimora e luogo di caccia di Casa Savoia.
In seguito al trasferimento, della capitale da Torino a Firenze, nel 1868 Re Vittorio Emanuele II vendette l’intero patrimonio al Regio Economato Generale che divise e vendette a sua volta i poderi frazionati a privati.
Nel 1928 la restante proprietà passò alle Suore di Maria Ausiliatrice che la destinarono, fino al 1970, a sede per il noviziato internazionale.
Il Monastero nel 1999 è stato rilevato all’asta dall’Associazione di Volontariato ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione’ Onlus, di cui Don Adriano Gennari, sacerdote dell’Ordine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, è fondatore e animatore.
Il complesso che è stato recentemente restaurato è stato destinato a “Casa di Spiritualità e Centro di Ascolto”
Per approfondire la storia e le caratteristiche della chiesa, vedi scheda.
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