CASTELLAMONTE (TO). Il Castello
Punto di forza: residenza nobiliare in posizione panoramica.
Posto in posizione elevata sulla collina che domina Castellamonte sorge il complesso residenziale del castello, nelle forme che si sono venute sovrapponendo sulle antiche rovine fra ‘600 e ‘800.
Si parla di un’origine documentata risalente alla metà dell’XI secolo ma notizie più certe si hanno da quando i Conti di Castellamonte, presunti discendenti da Arduino d’Ivrea, divennero padroni del feudo, trasformando il sito in una complessa struttura fortificata, che permetteva in caso di assedio di ricoverare e proteggere la popolazione che dalle campagne vi si rifugiava.
Lungo il muro di cinta che scendeva dal castello si aprivano le sette porte ancora oggi in parte visibili. Verso la fine del ‘300 il castello fu distrutto nel corso della rivolta dei “tuchini”, i popolani che si ribellavano alle prepotenze dei feudatari locali che, in lotta fra loro, si rivalevano con la violenza sui borghigiani della fazione opposta: i Castellamonte, con i loro alleati San Martino, sostenuti dai Savoia, erano in lotta con i Valperga appoggiati dal marchese di Monferrato. Il conflitto si risolse nel 1389 grazie anche all’intervento dei Savoia insieme a Gian Galeazzo Visconti.
Il castello fu ricostruito all’inizio del Quattrocento. Di quell’epoca restano la torre-porta del muro di cinta, la torre-porta di ingresso al castello e l’impianto generale del castello, con gli edifici sorti intorno alla strada di accesso. Ulteriori devastazioni avvennero nella prima metà del Cinquecento, durante le guerre tra francesi e spagnoli, nel 1552 ad opera delle truppe del maresciallo de Brissac.
La famiglia dei Castellamonte nel corso del tempo si era divisa in vari rami, il più famoso dei quali divenne quello dei Cognengo di cui fecero parte gli architetti ducali Carlo ed il figlio Amedeo, attivi alla corte sabauda prima per Cristina di Francia e poi per suo figlio Carlo Emanuele.
A partire dalla metà dell’Ottocento, i conti San Martino di Sale e Castelnuovo, che dal 1611 si erano trasferiti a Castellamonte diventandone consignori, acquistarono l’intera proprietà del castello e ne riplasmarono varie parti.
Nel corso del XX secolo dai San Martino passò per eredità ai conti Ricardi di Netro, attuali proprietari.
Il palazzo, quindi, è il risultato della sovrapposizione di edifici di epoche diverse: i più antichi verso nord e quelli più recenti verso sud; l’edificio, detto “palazzo bianco”, ha un impianto seicentesco ed è attribuito all’architetto Amedeo di Castellamonte, mentre alla metà dell’Ottocento l’edificio, detto “torre rossa”, fu trasformato dall’architetto Luigi Formento per i San Martino in una villa in stile neogotico, decorata con terrecotte e merli ghibellini.
Allo stesso periodo risale il disegno del giardino in cui furono piantati l’albero di giuda ed i tassi.
Nel giardino si trova la cappella, disposta su due livelli, restaurata a cura della famiglia Ricardi, in cui è posta una mostra di altare in tela dipinta a “trompe l’oeil”, unico esempio di «architettura effimera» in Canavese e nel Piemonte settentrionale, ideata e fatta realizzare da Amedeo di Castellamonte.
Info:
Strada del Castello, 4 – 10081, Castellamonte (To)
Tel. 06 683 3714 – e-mail: info@dimorestoricheitaliane.it
Spostati sulla mappa per visualizzare le altre schede.